Post Covid, l'allarme di Bassetti sui rischi dopo la pandemia
L'infettivologo Matteo Bassetti ha messo in guardia sul "vero post Covid", cioè i danni dovuti all'uso errato degli antibiotici
Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, ha parlato del “dopo pandemia” in un colloquio con l”Agi’. L’infettivologo ha spiegato: “Il vero post Covid saranno i danni dovuti all’utilizzo errato degli antibiotici“.
Ancora Bassetti: “Al San Martino abbiamo riscontrato un’impennata del numero di infezioni batterio resistenti. Gli antibiotici vanno somministrati, ma nella maggior parte dei casi di Covid vengono somministrati per copertura. Invece vanno utilizzati solo se servono veramente”.
“Il rischio“, ha spiegato l’esperto, “è che poi questi antibiotici non funzionino più e abbiamo bisogno di nuove armi di cui non disponiamo al momento”.
Anticorpi monoclonali: il punto di vista di Bassetti
Bassetti è intervenuto anche sulla dibattuta questione degli anticorpi monoclonali. Secondo lui, “sono un’arma in più a nostra disposizione per battere il virus”.
La spiegazione dell’infettivologo: “Guardo i dati e sento i colleghi clinici che li hanno utilizzati fino a oggi negli Usa. Non cambieranno totalmente la storia del Covid, ma i dati sono buoni e, come per tutti i farmaci, bisogna iniziare a impiegarli e fare esperienza sul campo. Andranno utilizzati nei pazienti a inizio malattia e così potranno darci sicuramente una mano. Le critiche di alcuni, onestamente, mi sono sembrate strumentali“.
Vaccino Astrazeneca: le indicazioni di Bassetti
La chiosa finale è dedicata al vaccino Astrazeneca: “Spero che le autorità sanitarie del nostro Paese autorizzino il vaccino AstraZeneca almeno per gli under 65. Non allargare a questa fascia di età la somministrazione del vaccino, a mio avviso, sarebbe un grande autogol”.
Ancora Bassetti: “Ema non ha messo limitazioni e nemmeno l’Oms, che ha dato l’ok spiegando che può essere utilizzato anche in presenza di varianti. Paesi come la Germania hanno alzato la soglia almeno agli under 65, e già andrebbe bene. È complicato da spiegare questo atteggiamento attendista da parte nostra”.