Porta a porta, la "gaffe" di Bonafede: scoppia la polemica
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è finito al centro delle polemiche per una frase pronunciata a "Porta a porta"
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è finito al centro delle polemiche per aver pronunciato, a “Porta a porta”, la seguente frase: “Quando del reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi”. Una frase che, per stessa ammissione del ministro, è giuridicamente scorretta.
“Gaffe” a Porta a porta, Bonafede fa chiarezza
“Sebbene i temi della giustizia siano tantissimi e tutti concentrati in queste settimane, alcuni addetti ai lavori preferiscono dedicarsi al taglio di 10 secondi di un’intervista serratissima durata 1 ora e 10 minuti per sottolineare l’oggettiva scorrettezza giuridica di una mia frase”, ha detto Bonafede su Facebook.
“L’obiettivo – ha ripreso il ministro – era evidentemente quello di spiegare in maniera semplice ai cittadini le conseguenze (sulla prescrizione) della configurazione di una condotta in termini colposi o dolosi. D’altronde, ci sono da sempre interi processi che viaggiano sul confine tra dolo eventuale e colpa cosciente. Ad ogni modo, dico sinceramente che le critiche sono sempre bene accette”.
“Gaffe” di Bonafede, la reazione dell’OCF
Malgrado la giustificazione, Ansa riferisce che l’Organismo Congressuale Forense ha scritto al premier Conte, affinché “richiami” il ministro Bonafede, “per riequilibrare le necessarie interlocuzioni con l’Organismo e per ripristinare una doverosa e corretta informazione proveniente dagli organi di Governo”.
Come riporta l’Ansa Giovanni Malinconico, coordinatore dell’OCF, ha dichiarato: “L’ultima esternazione di Bonafede è avvenuta in diretta televisiva quando ha spiegato, testualmente, che ‘i reati dolosi non sempre sono facilmente dimostrabili e quindi diventano colposi, con una conseguente riduzione dei tempi della prescrizione’: una frase incredibile”.
Per Malinconico, la frase “suscita moltissime perplessità” e vi “si potrebbe soprassedere, se in gioco non ci fossero i diritti fondamentali dei cittadini e secoli di civiltà giuridica”.
Bonafede, Cirielli chiede le sue dimissioni
Ancora più dura la reazione del Questore della Camera Edmondo Cirielli (Fdi), che secondo quanto riferisce l’Ansa ha affermato: “Bonafede si dimetta, non è adeguato a fare il ministro”.
Per il parlamentare di Fdi si tratta di “parole sconcertanti e frasi sconclusionate ” che “dimostrano la sua totale ignoranza giuridica e inadeguatezza nel delicatissimo ruolo ministeriale”.
“Appoggio pienamente – ha aggiunto Cirielli – la posizione assunta dall’Organismo Congressuale Forense, che ha chiesto un intervento ad horas del premier Conte, e sostengo convintamente le richieste di dimissioni giunte, tra gli altri, dai Consigli degli Ordini degli Avvocati di Cagliari, Napoli e Palermo”.
Cirielli, come riporta l’Ansa, ha così concluso la sua invettiva: “Con le sue parole Bonafede dimostra, ancora una volta, una tale ignoranza giuridica inaccettabile per un ministro della Repubblica, soprattutto per quello di Grazia e Giustizia, che, peraltro, compromettono la credibilità delle istituzioni, in quanto portano giustamente i cittadini e gli operatori del diritto ad immaginare che le riforme importantissime che si stanno per approvare, al di là del merito, vengano decise da chi è completamente all’oscuro delle più elementari nozioni giuridiche. Acclarata la sua incompetenza, Bonafede non può più continuare a ricoprire il ruolo di Guardasigilli. Se avesse un minimo di dignità istituzionale si dimetterebbe per la vergogna“.