La Lega di Salvini festeggia a Pontida, Fedriga punge Roberto Vannacci tra l'autonomia e il caso Open Arms
Dalla festa della Lega a Pontida, Massimiliano Fedriga ha parlato del rapporto complicato con Forza Italia e del rischio condanna per Salvini, rivolgendo anche un avvertimento al generale Roberto Vannacci
“Difendere i confini non è un reato”. È questo lo slogan che campeggia sul maxischermo allestito sul prato di Pontida, luogo storico della festa della Lega, nel raduno di domenica 6 ottobre. C’è un sentimento contrastante che accompagna l’edizione 2024 della kermesse: da una parte la preoccupazione per il processo di Palermo che vede imputato il leader Matteo Salvini per sequestro di persona nella vicenda della nave Open Arms; dall’altra la soddisfazione per la riforma dell’Autonomia differenziata, divenuta legge dello Stato lo scorso 22 agosto con il voto favorevole della maggioranza alla Camera. Ma nel Carroccio c’è spazio anche per gli avvertimenti ad alcune figure, come quello di Massimiliano Fedriga – presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia – al generale Roberto Vannacci. L’intervista concessa dal governatore a Virgilio Notizie.
- I sovranisti a Pontida con Salvini
- L'autonomia differenziata
- L'intervista a Massimiliano Fedriga: l'avvertimento a Roberto Vannacci
I sovranisti a Pontida con Salvini
A Pontida, Salvini ha sancito la “santa alleanza dei popoli europei”: il leader del Carroccio, sul “sacro suolo padano”, ha allargato i confini della Lega in un patto corale con i partiti alleati a Bruxelles nel gruppo dei Patrioti di Viktor Orban.
Ci sono l’olandese Geert Wilders che si lancia in un “Matteo ti amo” in italiano e annuncia che “è tempo di fare un nuovo giuramento a Pontida con tutti i patrioti europei”, all’austriaca di Fpo, Marlene Svazek, convinta che “siamo sempre di più”.
Il selfie tra sovranisti a Pontida
L’ospite più prestigioso è Viktor Orban, che minaccia Bruxelles parlando di migranti: se continueranno a sbarcare, “li porteremo davanti agli uffici dell’Unione europea. Se proprio li vogliono, se li tengano!”.
L’autonomia differenziata
A parte il rinnovo del patto sovranista, il tema dominante dell’edizione numero 36 di Pontida è l’autonomia differenziata.
“Sono vent’anni che aspettiamo di poter festeggiare questo traguardo, sull’Autonomia non si torna indietro” tuona il segretario del Carroccio nel comizio finale, davanti a migliaia di sostenitori e amministratori locali giunti da ogni parte d’Italia.
L’intervista a Massimiliano Fedriga: l’avvertimento a Roberto Vannacci
Un messaggio ribadito anche da Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, che ai microfoni di Virgilio Notizie rincarato la dose, parlando di “una legge che servirà soprattutto a responsabilizzare i sindaci e i governatori poco efficienti”.
E il presidente usa parole pungenti anche nei confronti di Roberto Vannacci, vero protagonista di quest’anno alla festa di Pontida.
Matteo Salvini rischia una condanna giudiziaria e la Lega è in difficoltà: ha senso oggi ritrovarsi a Pontida per festeggiare?
“Quest’anno ha ancora più senso rispetto al passato: finalmente festeggiamo l’approvazione dell’Autonomia differenziata, una riforma che il Paese aspetta da troppo tempo. È una nostra battaglia storica, l’abbiamo voluta fortemente e ne siamo fieri. Da Nord a Sud, i territori avranno maggiori competenze per migliorare i servizi ai cittadini. Per questo dobbiamo ringraziare il ministro Roberto Calderoli, che su questo punto non ha mai mollato”.
Non c’è il rischio di spaccare l’Italia?
“Assolutamente no. Anzi, l’Autonomia differenziata sarà una rampa di lancio per le regioni del Sud, che potranno gestire le competenze in cui sono più forti senza doversi scontrare con la burocrazia dello Stato centrale. In particolare, la riforma serve a responsabilizzare sindaci e governatori di tutta Italia, soprattutto quelli poco efficienti, che non avranno più scuse per giustificare disagi e ritardi nei confronti di cittadini e imprese”.
Una parte consistente di Forza Italia, a partire dai governatori del Sud, non sembra essere d’accordo sull’Autonomia. Chiedono di rallentare.
“Come ha detto il nostro segretario Matteo Salvini, non possiamo più tornare indietro. Sono certo che Forza Italia e Fratelli d’Italia comprendono la portata storica di questo passaggio”.
I giovani della Lega hanno esposto uno striscione molto duro contro Antonio Tajani, definendolo uno “scafista”: il riferimento è alla proposta di Forza Italia sullo Ius Schole. Cosa pensa su questo tema?
“Gli alleati sono nostri amici. Certe volte abbiamo idee diverse ed è giusto che emergano, altrimenti faremmo tutti parte dello stesso partito. Però siamo compatti e determinati a lavorare in sintonia per il bene dell’Italia e dei cittadini, superando anche le differenze più ostiche. Non è insultandoci che si governa il Paese”.
La Lega si sente ancora a suo agio nel Governo di Giorgia Meloni?
“La nostra coalizione è compatta e la Lega è una parte importante della maggioranza che sostiene il Governo. Stiamo lavorando con coerenza e grande responsabilità, portando avanti le idee e le battaglie che da sempre contraddistinguono il nostro partito. L’esempio più evidente è quello sulla politica estera: chi pensava di trovare un Governo isolato in Europa è stato smentito dai fatti, l’Italia è grande protagonista a livello internazionale. E questo grazie anche all’apporto della Lega e dei suoi ministri”.
Le differenze di cui parla ci sono anche all’interno del vostro stesso partito, ad esempio con Roberto Vannacci…
“Non c’è dubbio. Alle elezioni Europee si è candidato come indipendente, ha bisogno di un percorso di allineamento con i valori storici della Lega. Credo che lo stia facendo”.
A Pontida sono in tanti a credere che presto uscirà dal Carroccio per fondare il suo partito…
“Credo e spero che ciò non accada. Ho fiducia nel percorso che sta facendo come eurodeputato della Lega. Gli servono tempo e lavoro per avvicinarsi alle nostre battaglie ed entrare in sintonia con la nostra storia”.
È ancora Matteo Salvini il segretario giusto per la Lega?
“Assolutamente sì. Siamo tutti dalla sua parte, sia per il grande lavoro che sta facendo da ministro e vicepremier, sia per il processo che sta affrontando in tribunale”.
Teme che una condanna nel processo Open Arms sarebbe la fine della sua esperienza politica?
“Esprimo al nostro segretario la mia solidarietà e quella di tutto il Friuli-Venezia Giulia. L’unica colpa di cui viene accusato è quella di aver fatto rispettare la legge. Tutto il Paese, anche chi la pensa diversamente da noi, dovrebbe opporsi per dire che un ministro che ha il mandato del popolo non può finire sotto processo”.
In molti la vedrebbero bene come prossimo segretario della Lega…
“Sono solo ricostruzioni giornalistiche. Il nostro leader è Matteo Salvini e io sto bene ad amministrare la mia regione”.