Polmoniti nei bambini in Cina, cosa rischia l'Italia? "Sono atipiche", i consigli di Pregliasco ai genitori
Numerosi casi di polmoniti tra i bambini in Cina, allerta scattata in Europa: ci sono rischi per l'italia? L'analisi di Fabrizio Pregliasco
Dopo il Covid, e con il ritorno del freddo, un nuovo allarme preoccupa soprattutto gli infettivologi: il boom di polmoniti nei bambini che si è registrato in Cina. L’allerta è dovuta soprattutto il fatto che anche in Francia hanno iniziato a verificarsi casi analoghi e si teme una diffusione in altri Paesi europei, Italia compresa. Ma quali sono i rischi reali? L’intervista concessa a Virgilio Notizie dal virologo Fabrizio Pregliasco.
I casi in Francia dopo la Cina
Intanto, dalla Francia – dove si sono registrati diversi casi di polmoniti tra i bambini proprio come in Cina – è arrivata un’indicazione: a causare le infezioni sarebbe un batterio.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), invece, parla di un mix”di agenti già noti, che si sarebbero sommati. Ma allora cosa scatena le polmoniti che preoccupano molti genitori?
Il virologo Fabrizio Pregliasco
L’intervista a Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio e Direttore della Scuola di specializzazione di igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano, ha spiegato a Virgilio Notizie che “l’incertezza, specie iniziale, è stata causata dal fatto che sulle notizie in arrivo dalla Cina rimane sempre un dubbio di opacità, come accaduto in occasione del Covid. Le autorità di Pechino hanno parlato proprio di un mix di agenti patogeni conosciuti, ma le analisi condotte in Francia, dove si è verificata una sintomatologia analoga, porta a confermare che si tratta di polmoniti atipiche”.
Quali sono le caratteristiche di queste polmoniti, almeno quelle note ad oggi?
“Stando alle conoscenze acquisite finora, si tratta di polmoniti causate da un microbatterio ben conosciuto. Può dar luogo a infezioni che possono presentarsi anche in modo blando, ma che si possono sovrapporre a influenze di stagione e, soprattutto nei bambini piccoli, possono diventare serie”.
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
“Queste polmoniti, che possono colpire in modo maggiore anche i ragazzi fino ai 14 anni, sono soprattutto febbre alta, difficoltà a respirare – la cosiddetta fame d’aria – che può portare a inarcare il torace, le narici che si stringono, in qualche caso un colore cianotico se c’è anche tosse produttiva, cioè grassa, caratterizzata dalla presenza di catarro”.
Come si diagnostica?
“Sicuramente è bene farsi vedere dal pediatra, dal medico o, se occorre, in Pronto Soccorso. Si può diagnosticare con un prelievo di muco, un tampone o, trattandosi di polmonite, anche con una radiografia al torace”.
Pur trattandosi di una polmonite atipica, si cura con farmaci già a disposizione?
“Sì, certamente. Si utilizzano gli antibiotici, anche se non tutti sono adatti. Per esempio, le penicilline non sono indicate, mentre va bene l’azitromicina, che è stata utilizzata – a volte anche a sproposito – durante la pandemia di Covid. In particolare, qualcuno l’aveva prescritta per l’attività antinfiammatoria, che però in quel caso non era consigliata. Per queste polmoniti è invece indicata”.
Perché è scattato l’allarme da parte dell’OMS? Si temeva una nuova pandemia?
“In realtà l’attenzione su queste polmoniti è stata amplificata dai media. Questo tipo di informazioni, su focolai che possono verificarsi nel mondo, c’è sempre stato, ma in passato rimaneva circoscritto all’ambito medico. Dopo il Covid, invece, è aumentata la sensibilità verso questi temi. Diciamo che il cittadino non deve allarmarsi o fare nulla, mentre le istituzioni devono mantenere attivo il sistema di sorveglianza. Il Covid, infatti, ci ha dimostrato come esistano molti virus e la loro circolazione oggi sia maggiore anche tra differenti aree del pianeta”.
In Europa si sono già registrati, anche lo scorso anno, aumenti di casi di influenza e virus respiratorio sinciziale, come effetto secondario del lockdown. Può essere che la Cina viva oggi una condizione analoga, visto che si sono tolte le restrizioni molto più tardi rispetto al contesto europeo?
“Sì, certamente. Noi in Europa abbiamo assistito a un maggior numero di casi di sindromi respiratorie proprio come effetto della fine delle restrizioni. In Cina lo stanno vivendo adesso, perché gli allentamenti e le aperture sono avvenuti più tardi”.
Restando a quanto affermato dai funzionari cinesi, che hanno escluso agenti patogeni nuovi parlando di un mix di patogeni noti, è plausibile pensare che questa somma li renda più pericolosi?
“La concomitanza dell’azione di più agenti patogeni certamente può peggiorare le condizioni cliniche. Per questo il consiglio ai cittadini, e ai genitori, è di rivolgersi al medico in caso di sintomi come quelli descritti”.