Poliomielite: cos'è, sintomi e come funziona il vaccino in Italia
Cos'è la poliomielite, quali sono i sintomi, chi sono i soggetti a rischio e come funziona la vaccinazione contro la polio in Italia: cosa sapere
Torna l’incubo polio nel mondo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato tutti quelli che non lo hanno fatto a vaccinarsi contro la poliomielite, spiegando che “il virus della poliomielite rilevato di recente a New York è geneticamente legato ai virus rilevati in Israele e nel Regno Unito”.
Ma cos’è la poliomielite e come funziona la vaccinazione anti polio in Italia?
Cos’è la poliomielite
Come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, la poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale.
Si tratta di una malattia provocata da 3 tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nell’arco di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e determinando una paralisi che, nei casi più gravi, può essere totale.
Generalmente, si legge ancora nel focus dell’Iss, ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli della braccia. Nel caso in cui l’infezione è estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, cioè quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola.
Come si trasmette
L’Iss ha anche chiarito come può verificarsi la trasmissione del poliovirus: il contagio avviene per via oro-fecale, tramite l’ingestione di acqua o cibi contaminati o attraverso la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Il poliovirus, inoltre, può diffondersi anche attraverso le feci, ben prima che i sintomi della malattia siano evidenti.
I sintomi
Allo stadio iniziale della malattia, i sintomi sono febbre, stanchezza, vomito, irrigidimento del collo e dolori agli arti.
In un caso su 200, secondo i dati Oms riportati dall’Iss, l’infezione porta a una paralisi irreversibile. Il 5-10% dei malati muore in seguito alla paralisi dei muscoli dell’apparato respiratorio. La paralisi è la manifestazione più evidente della malattia, ma solo l’1% dei malati ha questo sintomo.
L’Iss ha sottolineato inoltre che la paralisi flaccida acuta (AFP) generata dal poliovirus è simile ad altre malattie (come la sindrome di Guillain-Barré, la mielite trasversa, la poliradiculoneurite, la neurite traumatica e quella neoplastica) e che solo l’isolamento e la tipizzazione dell’agente patogeno permettono di valutare l’effettiva incidenza della polio.
I soggetti più a rischio
La poliomielite può colpire persone di tutte le età ma colpisce, soprattutto, i bambini sotto i 5 anni di età e si manifesta principalmente nei bimbi di età inferiore ai 3 anni.
La cura
Non esistono cure per la poliomielite, se si eccettuano trattamenti sintomatici che possono solo parzialmente minimizzare gli effetti della malattia. L’unica strada per evitare potenziali conseguenze, ha spiegato l’Iss, è la prevenzione tramite vaccinazione.
Come funziona il vaccino contro la poliomielite in Italia
In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi di poliomielite. L’ultimo caso notificato nel nostro Paese risale al 1982.
La vaccinazione contro la polio, in Italia, rientra tra le vaccinazioni obbligatorie dal 1966. La copertura nel nostro Paese è superiore alla media europea.
Esistono due tipologie di vaccini contro la poliomielite: quello “inattivato” di Salk (IPV), che si somministra con iniezione intramuscolo, e quello “vivo attenuato” di Sabin (OPV), da somministrare per via orale. Il vaccino di Sabin, somministrato fino ad anni recenti anche nel nostro Paese, ha permesso, come sottolineato dall’Iss, “di eradicare la poliomielite in Europa ed è raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella sua campagna di eradicazione della malattia a livello mondiale”, dal momento che “l’obiettivo dell’Oms è quello di eliminare completamente la presenza della malattia, seguendo il successo ottenuto con il vaiolo nel 1980”.
In Italia, per decisione della Conferenza Stato Regioni nel 2002, in seguito all’eradicazione completa della polio in Europa, l’unica forma di vaccino somministrato è quello inattivato. Presso il Ministero della salute, a ogni modo, ha spiegato ancora l’Iss, è mantenuta una scorta di vaccino orale attivo “come misura precauzionale, in caso di emergenza e di importazione del virus”.