Più tumori nella Generazione X a causa di invecchiamento precoce e stili di vita scorretti: lo studio
Ricercatori americani hanno registrato l'impennata di tumori nei nati fra il 1965 e il 1980. Stili di vita scorretti e inquinamento sul banco degli imputati
Secondo un recente studio, i nati fra il 1965 e il 1980 (la Generazione X) svilupperanno un maggiore rischio di ammalarsi di tumore rispetto ai loro genitori e ai loro nonni. Se l’incidenza comincia ad alzarsi per gli attuali 40enni, è per i 50-60enni che si impenna decisamente.
Lo studio
La ricerca che lancia l’allarme è stata pubblicata sulla rivista Jama Network Open dagli epidemiologi americani del National Cancer Institute di Rockville, in Maryland. Lo studio va ad aggiungersi ad altri pubblicati in precedenza.
I ricercatori evidenziano che i casi di cancro prima dei 50 anni aumentano in diversi Paesi, oltre che negli Stati Uniti.
“Speri che le cose vadano meglio col passare degli anni, specie in materia di salute, aspettativa di vita e diagnosi di cancro, ma i numeri ci dicono che purtroppo non è così”, ha commentato Philip S. Rosenberg, fra gli autori dello studio.
Gli autori hanno raccolto i dati di 3,8 milioni di persone con una diagnosi di cancro, hanno fatto un confronto dell’incidenza nelle varie generazioni e hanno ricavato delle proiezioni per i nati fra il 1965 e il 1980.
Alcune delle patologie riscontrate sono tipiche dell’età avanzata. Una delle ipotesi è che gli stili di vita scorretti e l’inquinamento possano portare a un invecchiamento precoce dell’organismo.
I rischi per le donne
Le donne della Generazione X, rispetto alle loro madri e alle loro nonne, hanno una più alta probabilità di sviluppare tumori a tiroide, reni, colon e retto, utero, pancreas e ovaie. Aumenta anche il rischio di ammalarsi di linfoma non Hodgkin e leucemia. Cala invece l’incidenza di carcinomi polmonari e della cervice uterina.
I rischi per gli uomini
Fra gli uomini aumenta il rischio di tumori a tiroide, reni, prostata, colon e retto. Cala il rischio di tumori a polmoni, fegato, cistifellea e linfoma non Hodgkin.
I fattori di rischio
Il Corriere della sera riporta il commento di Franco Perrone, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).
Perrone evidenzia come alcuni fattori di rischio siano oggi diventati molto comuni anche fra i giovanissimi. Si tratta di “sedentarietà, dieta scorretta, sovrappeso, obesità, fumo e abuso di alcol“.
Ma influiscono anche altri fattori, come l’inquinamento atmosferico (traffico e fumi industriali), quello domestico (riscaldamento) e le sorgenti naturali (come le radiazioni ionizzanti e i raggi ultravioletti).