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Pietro Orlandi a Verissimo torna sulla pista di Londra, ex Nar il carceriere che lo ha contattato: il nome

Pietro Orlandi torna sulla pista di Londra e indica un nome, un ex Nar che nessuno sta cercando. "Troppi elementi e coincidenze" ha riferito

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Pietro Orlandi torna a parlare della cosiddetta “pista di Londra”. Lo fa nello studio di Verissimo, avvalorando l’ipotesi del rapimento e trasferimento di Emanuela Orlandi nella capitale inglese. Secondo il fratello, la giovane sarebbe stata tenuta all’estero almeno fino al 1997, da alcuni carcerieri, di cui uno ha un nome ed è un ex Nar.

Cosa ha detto Pietro Orlandi

Pietro Orlandi ha raccontato che, circa un anno fa, è stato contattato da un uomo che sosteneva di essere stato uno dei “carcerieri” di Emanuela, incaricato di gestire aspetti pratici come fare la spesa e altre mansioni quotidiane durante il suo presunto periodo di prigionia a Londra.

L’uomo gli avrebbe rivelato sempre più dettagli sul destino della sorella fino a quando è sparito nel nulla. Durante l’intervista, Orlandi ha fatto per la prima volta pubblicamente il nome di questa “gola profonda”, identificandolo come Vittorio Baioni, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) e amico di figure come Valerio Fioravanti, coinvolto nella strage di Bologna.

Pietro Orlandi Fonte foto: ANSA
Pietro Orlandi

Orlandi ha dichiarato di non sapere se Baioni sia ancora vivo o dove si trovi, ma ha espresso il desiderio che qualcuno si occupi della sua ricerca.

Il nome dell’ex Nar

Vittorio Baioni è stato indicato da Pietro Orlandi come colui che avrebbe partecipato alla gestione del rapimento di Emanuela. Secondo le rivelazioni fatte dall’uomo stesso prima della sua scomparsa, Baioni avrebbe svolto un ruolo minore, dedicandosi alla logistica quotidiana della detenzione della giovane a Londra.

Baioni non avrebbe saputo i motivi del rapimento, ma ha confermato la sua presenza a Londra fino al 1997.

Durante l’intervista, Orlandi ha menzionato anche un altro nome, Stefano Sderini, che avrebbe collaborato con Baioni e avrebbe fatto delle telefonate anonime. Secondo Orlandi, Sderini potrebbe essere attualmente latitante in Sudamerica.

Cos’è la “pista di Londra”

La pista di Londra, sulla quale Pietro Orlandi insiste da tempo, ipotizza che Emanuela sia stata rapita (e torturata) e tenuta nascosta in un convitto a Londra sotto falsa identità dal 1983 fino almeno al 1997.

Secondo Orlandi, questa pista è la più rilevante e dovrebbe essere indagata a fondo. Ha lamentato la mancanza di iniziative da parte delle autorità nell’approfondire il filone di indagine. Orlandi ha anche fatto riferimento a una serie di elementi che collegherebbero il Vaticano al Ministero della Difesa italiano, citando un presunto volo Roma-Londra organizzato dal Vaticano, ma non approfondito adeguatamente dalle autorità.

“Non si può non approfondire, ci sono troppi elementi e coincidenze”, ha affermato Orlandi, ribadendo la sua fiducia nella Commissione bicamerale d’inchiesta, che sta collaborando con le procure di Roma e del Vaticano per fare luce sul caso.

pietro-orlandi-pista-londra-1 Fonte foto: ANSA
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