Piantedosi e navi Ong, da gennaio si cambia con nuove regole: stop ai soccorsi multipli in mare
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi prende di petto le Ong con un nuovo codice di condotta che restringe la libertà di manovra delle navi
Il Viminale si appresta a varare un nuovo codice di condotta per le navi Ong volto a restringere le maglie della discrezionalità in merito ai soccorsi in mare: stop ai soccorsi multipli. Quando una nave salva dei migranti dovrà immediatamente portarli verso un porto sicuro e non trasbordarli su altra imbarcazione o fermarsi ad attendere in acque internazionali per caricarne altri. Il nuovo codice entrerà verosimilmente in vigore a gennaio.
Multe e sequestri per le Ong
Emergono nuovi dettagli sul codice di condotta per le navi Ong già annunciato lo scorso novembre. Il nuovo codice di condotta sarà tassativo e non ad adesione volontaria come quello proposto dall’ex ministro degli Interni Marco Minniti.
Le Ong che vorranno entrare in acque territoriali italiane saranno costrette a sottoscriverlo e ad osservarlo alla lettera.
Infrangerlo esporrà le Ong a sanzioni. Non sanzioni penali, ma sanzioni amministrative comminate direttamente dai prefetti. Essenzialmente, multe e sequestri.
Coinvolgere i prefetti toglierà al ministro dell’Interno l’onere di dover bloccare ciascuna nave con provvedimenti mirati.
Si punta dunque a depotenziare le Ong colpendole economicamente e privandole della disponibilità delle navi.
Ma non solo: dover cambiare modalità operativa comporterà per le imbarcazioni un maggiore dispendio di tempi e di carburante.
Come riporta ‘La Repubblica’, in sostanza, quando una nave effettuerà un salvataggio dovrà immediatamente scegliere un porto sicuro e chiedere l’autorizzazione allo sbarco che dovrà avvenire subito dopo.
Non potrà sostare in acque internazionali in attesa di caricare altri disperati e non potrà effettuare trasbordi su altre navi per poi tornare immediatamente dopo a effettuare salvataggi.
Nuove regole sui rimpatri
Oltre a stringere le maglie sulla libertà d’azione delle navi Ong, il nuovo nuovo provvedimento atteso a gennaio riscrive anche le norme sui rimpatri.
Si prevede di aumentare il numero dei centri di rimpatrio. Previste norme più rigide sulla concessione della protezione internazionale. Snellite e rese più veloci le procedure per le opposizioni.
Da gennaio, salvo slittamenti, sarà approntato anche il nuovo decreto flussi con validità biennale. Autorizzati tra gli 80mila e i 100mila nuovi ingressi con finalità di lavoro.
Le quote maggiori di ricollocamenti saranno destinate ai paesi europei che collaboreranno con l’Italia per il rimpatrio degli irregolari.
Ong utilizzate per condizionare la politica?
Lo scorso 16 dicembre, parlando dal palco della festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva avanzato sospetti sull’operato delle Ong:
“C’è il sospetto, e di questo mi assumo la responsabilità di dirlo, che talune formazioni che partecipano a questo mondo siano ispirate, io non so ancora se per l’effetto di qualche intervento di qualche servizio segreto, o anche solo per l’ambizione di condizionare le politiche pubbliche di paesi come l’Italia, in qualche modo a creare meccanismi di condizionamento”.
“Non lo dice il modestissimo ministro dell’Interno del momento, ma lo dicono studi di qualche anno fa che hanno addirittura definito questi fenomeni come ‘armi di migrazione di massa’, quindi dobbiamo stare attenti”, ha concluso Piantedosi.
Posizione ribadita da Piantedosi ieri nel corso di un’intervista a ‘SkyTg24’: “Registro che molte volte il comportamento di alcune organizzazioni non governative sembra essere improntato più che a effettuare veri e propri salvataggi a un’azione preordinata a portare solo in Italia i migranti che partono dalla Libia e da altri Paesi”.