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Il piano Ue per l'autonomia vaccinale: la mappa degli impianti

L'Unione Europea sta lavorando per aumentare la produzione dei vaccini e rendersi indipendente

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Nei prossimi giorni partiranno due nuovi stabilimenti in Francia per l’infialazione dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna. Sta quindi prendendo corpo il piano dell’Unione europea per raggiungere l’autonomia nella produzione dei vaccini anti covid. Una strategia che ha il doppio scopo di aumentare a breve le dosi disponibili per i Paesi Ue e di smarcarsi dalla dipendenza dalle produzioni americane e inglesi.

A gestire l’operazione, che punta a coordinare governi e aziende pronte a convertire la produzione per realizzare i vaccini, è il commissario Ue all’Industria, Thierry Breton. Dopo due mesi di lavoro si sta iniziando a vedere i primi risultati.

Con i due nuovi impianti in Francia e quello di AstraZeneca ad Halix, in Olanda, che riceverà in settimana l’atteso il via libera dell’Ema. A questi si aggiunge un impianto supplementare di Pfizer-BioNtech già attivo in Germania che inizierà le consegne ad aprile.

Proprio l’impianto di Halix è stato al centro della controversia tra Ue e AstraZeneca, che ha finora consegnato meno del 30% delle dosi previste e si rifiuta di inviare le scorte che produce nel Regno Unito. L’azienda aveva giustificato i ritardi alle consegne proprio con il mancato via libera al sito olandese.

L’Europa sta progressivamente aumentando la capacità produttiva mensile: a gennaio era di 14 milioni di dosi,  a marzo di 60. L’obiettivo è quello di aumentare le forniture in tempi rapidi per riuscire a immunizzare almeno il 70% della popolazione adulta entro la fine di giugno. “A fine anno sforneremo 2-3 miliardi di dosi all’anno, saremo il primo continente per produzione”, ha detto Breton.

L’azienda svizzera Lonza ha raggiunto un accordo con Moderna per avviare la produzione del vaccino americano. A partire da luglio la francese Sanofi avvierà la produzione del vaccino Pfizer-BioNtech.

Sempre Sanofi è in corsa, assieme ad alcune aziende italiane e spagnole, per la produzione di Johnson&Johnson, l’ultimo vaccino approvato dall’Ema. E l’italiana Thermo Fisher sta lavorando al vaccino Curevac, la cui approvazione è attesa tra maggio e giugno.

“Stiamo facendo qualcosa di inedito: costruire una capacità produttiva in pochi mesi quando di solito ci vogliono anni”. Per questo, ha detto Breton, “non avremo bisogno di Sputnik“.

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