Petizione anti Mattarella a Zakharova con firme false, da Ciolanka Sbilenka a Galina Kocilova: esplode il caso
Zakharova riceve da Lorusso una petizione anti Mattarella, ma emergono firme false generate da bot. Il caso diventa virale tra ironia e polemiche
La portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ricevuto dal giornalista Vincenzo Lorusso una petizione con 10.000 firme contro Mattarella. Ma tra i firmatari spuntano nomi palesemente falsi – alcuni ridicoli, da Ciolanka Sbilenka a Galina Kocilova – generati probabilmente da un bot. Il caso diventa virale sui social, tra ironia e polemiche.
Petizione anti Mattarella, spuntano nomi falsi
Il 22 febbraio la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha annunciato con orgoglio di aver ricevuto 10.000 firme di italiani che dichiaravano di dissociarsi dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla Russia.
La raccolta firme è stata organizzata dal giornalista filorusso Vincenzo Lorusso, che ha consegnato personalmente il documento alla Zakharova in un evento ufficiale a Mosca.
Fonte foto: ANSA
Maria Zakharova
Nel giro di poche ore, però, il caso si è trasformato in un clamoroso autogol. Diversi utenti sui social, infatti, hanno scoperto che nell’elenco dei firmatari figuravano nomi palesemente inventati, come Ciolanka Sbilenka, Vagina Quasinova e Galina Kocilova, che ricordano vecchie barzellette e giochi di parole.
Zakharova in lacrime
Nel video diffuso sui canali ufficiali russi, si vede Maria Zakharova commuoversi mentre riceve la petizione dalle mani di Lorusso.
La portavoce russa ha parlato di un gesto che dimostra la vicinanza del popolo italiano alla Russia e ha attaccato duramente Mattarella, accusandolo di alimentare la russofobia con il suo discorso di Marsiglia.
Già il giorno successivo, però, il contenuto della petizione è stato messo in dubbio. Gli utenti hanno iniziato a sbeffeggiare i nomi falsi, e gli screenshot delle firme hanno fatto il giro dei social.
Per cercare di arginare il danno, Lorusso ha disattivato la possibilità di consultare l’elenco dei firmatari, ma ormai il caso era esploso.
L’ipotesi dei bot informatici
Secondo diverse fonti, è altamente probabile che la raccolta firme sia stata gonfiata digitalmente con bot automatici, una pratica comune nelle petizioni online per aumentarne l’apparente credibilità.
Nonostante le prove evidenti, Zakharova non ha fatto marcia indietro, ribadendo che la petizione rappresenta un segnale chiaro dell’opinione pubblica italiana. Il caso è ormai diventato un boomerang mediatico, con meme e commenti ironici che ridicolizzano l’iniziativa e minano la sua credibilità.
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