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Perizia psichiatrica su Angelika Hutter: seminfermità mentale durante l'incidente ma può essere processata

Al momento dell'incidente, Angelika Hutter aveva una ridotta capacità di intendere e di volere. Ciò nonostante oggi può sostenere il processo. È il risultato della perizia psichiatrica

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Angelika Hutter è la 32enne tedesca accusata di triplice omicidio stradale per la morte di Marco Antonello, del figlio Mattia e della suocera Maria Grazia Zuin. L’incidente avvenne a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, lo scorso 6 luglio.

Esclusa l’infermità mentale per Angelika Hutter

La perizia psichiatrica sulla giovane ha concluso che al momento dei fatti si trovava in uno stato di “capacità gravemente scemata”. Tuttavia Angelika Hutter può sostenere il processo.

Dal giorno dell’investimento Angelika Hutter è rimasta in cella. La difesa aveva sostenuto, e sostiene tuttora, il vizio totale di mente. Condizione che la renderebbe non imputabile.

Il luogo dell'incidente dove un'auto ha travolto e ucciso tre persone a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno. Nel tondo, Angelika Hutter.Fonte foto: ANSA

Il luogo dove l’auto guidata da Angelika Hutter ha travolto e ucciso tre persone a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno.

Nel corso dell’incidente probatorio, la gip di Belluno Enrica Marson ha accolto la tesi dei periti da lei nominati, che combacia con quella espressa da consulenti di procura e parti civili, ovvero quella di una ridotta capacità di intendere e di volere al momento dell’investimento.

Il pool di periti nominati dalla gip ha aggiunto che l’accusata presenta inoltre un “elevato grado di pericolosità sociale”.

Dopo l’incidente, le prime informazioni trapelate avevano evidenziato lo stato di disagio mentale in cui versava da giorni Angelika Hutter.

La reazione dei familiari delle vittime

Il Gazzettino riporta la reazione dei congiunti delle vittime: i familiari “non hanno accolto negativamente le conclusioni esposte nell’udienza tenutasi oggi”, hanno spiegato i loro legali.

“Questa valutazione psichiatrica – dicono i familiari – non fa altro che confermare la pericolosità sociale di questa persona, che dovrà comunque sostenere il giudizio per i gravissimi reati che ha commesso ma, qualsiasi sia la pena che le sarà inflitta, andrà costantemente seguita e curata anche dopo per tutelare la collettività e per evitare che si ripetano tragedie come quella che ci ha colpiti”.

Le conseguenze dell’omicidio stradale

Il Gazzettino riporta inoltre un inciso dell’avvocato Riccardo Vizzi, legale della famiglia distrutta: “Il vero dramma dell’omicidio stradale è che le famiglie delle vittime alla fine si sentono come abbandonate dalla giustizia e dalle istituzioni, che pure dovrebbero salvaguardarle, perché la perdita del proprio caro equivale a scontare una condanna a vita. Ma dall’altra parte il o i responsabili molto raramente fanno anche solo qualche giorno di carcere“.

Incidente a Santo Stefano di Cadore Fonte foto: ANSA/LinkedIn
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