,,

Perché la distrazione aiuta a essere più creativi e produttivi: l'intervista all'esperta Anna Rita Iannetti

Concedersi pause di disattenzione, perdere tempo e distrarsi aiutano la mente a ritrovare concentrazione. Parola di esperti

Pubblicato:

Arrivano buone notizie per coloro che tendono a distrarsi, a perdere la concentrazione durante il lavoro o altri impegni quotidiani. Essere distratti può aiutare la mente a essere più creativa e dunque anche più produttiva, con buona pace dei capi ufficio che ci vorrebbero sempre al massimo dell’attenzione. Il nuovo studio e l’intervista ad Anna Rita Iannetti, esperta di neuroscienze, ai microfoni di Virgilio Notizie.

Lo studio

A confermarlo è un ricercatore statunitense, Srini Pillay, neuropsichiatra alla Harvard University di Boston.

In suo libro che sta facendo discutere, Tinker Dabble Doddle Try, Unlock the Power of Unfocused Mind, ha spiegato come fantasticare e concedersi pause nelle quali ‘perdere tempo’ faccia bene alla mente. Spiega con argomentazioni scientifiche come dilettarsi nell’arte del ‘giocherellare’ sia utile.

L’intervista ad Anna Rita Iannetti

Ad aiutare a capire perché è Anna Rita Iannetti, esperta di neuroscienze, intervistata da Virgilio Notizie.

Srini Pillay scrive che la distrazione “permette al cervello di rilassarsi, in modo da essere pronto, ricaricato, coordinato e creativo quando ce ne sarà più bisogno”. Cosa ne pensa?

“Prima di tutto è utile capire come funziona la nostra mente. Per la maggior parte del tempo l’attività cerebrale sfugge al controllo volontario e risponde a stimoli secondo un meccanismo automatico di feedback circolare di percezione azione. Il sistema neurovegetativo composto dal sistema simpatico (quello che regola gli istinti atavici di ‘attacco o fuga’, NdR) e sistema parasimpatico (deputato al riposo e ripristino energetico) è determinante delle funzioni di tutti gli organi e apparati compreso il cervello – premette Iannetti – La risposta simpatica è un salva vita, tutti gli organi funzionano all’unisono per fronteggiare il pericolo. Per esempio, il cuore aumenta i battiti il polmone gli atti respiratori, l’intestino o si paralizza (stipsi) o si contrae (diarrea) ecc. Il cervello è concentrato alla risoluzione del problema che gli viene presentato da una reazione di ansia realizzato in ogni funzione addirittura delle cellule di tutto il corpo”, chiarisce l’esperta, che aggiunge: “In queste condizioni, però, si blocca per esempio la capacità riproduttiva o quella digestiva e anche quella ideativa”.

Questo spiega, quindi, perché si perde in creatività quando si è troppo sotto stress. Secondo quanto scrive Srini, la distrazione, intesa come un modo per “disconnettersi”, attiverebbe un gruppo di neuroni che altrimenti non sarebbe in gradi di funzionare, ma Default Mode Network o Dmn. Cos’è? Perché ci sono neuroni che funzionano solo quando la mente è in stand by?

“Quando stiamo funzionando in modalità parasimpatica il nostro cervello rallenta le attività corticali; se facessimo un elettroencefalogramma avremmo onde tetha. In queste condizioni la nostra corteccia (la mente che “mente”) è placata e il nostro cervello è disponibile a processare le percezioni che i nostri apparati energetici profondi hanno registrato. Oggi sappiamo che la mente inconscia risiede nella funzione del nostro DNA e quindi riguarda ogni cellula del nostro corpo”, risponde Iannetti.

Il concetto non è del tutto nuovo, se non erro, perché viene ricordato spesso l’esempio del Gorilla invisibile (un esperimento classico in psicologia: a un gruppo di volontari viene fatto vedere il filmato di un incontro di basket con la richiesta di contare i passaggi palla di una delle due squadre. Ma nessuno degli esaminati, concentratissimi sulla conta, di solito nota un uomo mascherato da gorilla che a un certo punto irrompe in campo). Come si spiega?

“Il gorilla è invisibile alla mente razionale perché questa risponde a una legge percettiva selettiva. Il nostro cervello razionale registra solo le realtà che gli servono a completare un’idea già formulata. Nella mente che mente (raziocinio) il preconcetto ad esempio blocca la capacità di rilevare persino un oggetto materiale”, chiarisce l’esperta.

Un altro suggerimento che dà Pillay è di parlare con se stessi perché consente di «scambiarsi bizzarre ipotesi sul futuro o su come affrontare possibili scenari», «è un modo giocoso di utilizzare l’immaginazione, che potenzia l’abilità di concepire soluzioni per problemi già noti», dice. E’ indivisibile, secondo lei?

“Il linguaggio interno serve soprattutto a interrompere la risposta automatica. Si porta alla mente razionale e si verbalizza ciò che è stata la nostra risposta viscerale. Se a questo si aggiunge anche le tecniche di coscientizzazione realtà interna ed esterna all’individuo, avremo una risposta più funzionale e sana, tra parentesi questa è una tecnica di autoguarigione”, conferma l’esperta di neuroscienze.

Come è facile immaginare, non è possibile pensare di potersi distrarre per un lasso di tempo eccessivo. Secondo Pillay, infatti, il segreto non è tanto e solo concedersi delle pause di disattenzione, quanto alternarle in modo corretto a quelle di concentrazione…

“Io ritengo che non siano ‘tecniche di distrazione’, bensì energizzanti perché sospendono l’attività caotica corticale che a lungo andare non solo non sortiscono risultati performanti, ma addirittura fanno rischiare malattie croniche degenerative di ogni tipo – suggerisce Iannetti – È  proprio dall’alternarsi armonico, a seconda delle esigenze, di attività simpatiche/parasimpatiche che otteniamo miglior risultato u qualsiasi campo. Fare un’attività forzata o in continuo stato di stress o in uno continuo di rilassamento non permette una vita pienamente vissuta in salute.

Un altro termine con una connotazione negativa nella nostra società è “procrastinare”. Si ritiene che non giovi posticipare, rimandare l’esecuzione di un compito. Ma potrebbe, invece, aiutare ad avere una visione più chiara della situazione? Non c’è un parallelismo con quanto avviene, ad esempio, quando ci si concedere una pausa, magari per una corsa o un’attività più “leggera”? A volte è come se i pensieri si allineassero e si avesse una visione più nitida della situazione…

“Più che avere pause bisognerebbe insegnare a rilassarsi. Purtroppo, senza accorgersene, se si vive una vita movimentata, la reattività ipersimpaticotonica (stress) prende il sopravvento e non riusciamo a funzionare nel benevolo stato parasimpatico neanche durante il sonno procurandoci non pochi problemi di salute psicofisica”, conclude l’esperta.

distrazione Fonte foto: 123RF
,,,,,,,,