Perché l'Italia non ha partecipato all'attacco anti Houthi in Yemen a difesa del Mar Rosso: il ruolo di Roma
Il Governo italiano ha spiegato perché i non ha contribuito all'operazione in Yemen in risposta agli attacchi Houthi alle navi cargo nel Mar Rosso
Nonostante l’impegno per difendere le tratte commerciali nel Canale di Suez dagli attacchi Houthi sul Mar Rosso, l’Italia si è chiamata fuori dai bombardamenti di Usa e Regno Unito contro i ribelli in Yemen. Il Governo Meloni è stato avvertito con largo anticipo dell’operazione militare, ma non ha preso parte all’offensiva degli alleati nell’area sia per una scelta strategica di cautela sia per i vincoli imposti dalla nostra Costituzione.
La nota di Palazzo Chigi
Come riportato da Ansa, dopo aver sottoscritto, il 19 dicembre e il 3 gennaio, le prime due ‘joint statement’ di condanna alle rappresaglie dei ribelli yemeniti contro le navi commerciali nel Mar Rosso, per la guerra di Israele a Gaza, il Governo italiano non ha firmato l’ultima dichiarazione congiunta tra 10 Paesi, nella quale è stato rivendicato l’attacco di Stati Uniti e Gran Bretagna contro gli Houthi.
“Lavoriamo per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso e siamo impegnati nella coalizione europea per garantire libera circolazione delle navi nell’area”, ha spiegato in una nota Palazzo Chigi, sottolineando che a Roma non è mai stato chiesto di partecipare all’azione militare pur essendo stati avvisati dei raid angloamericani, “con parecchie ore di anticipo”, come sottolineato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Le navi schierate dall’Italia
“Siamo impegnati – ha chiarito il responsabile della Farnesina – a garantire la libertà di navigazione, partecipiamo alla missione europea Atalanta e chiederemo anche che possa avere competenze più larghe oppure dare via a una nuova missione europea per garantire la libera circolazione delle merci”.
L’Italia non ha aderito alla coalizione “Prosperity Guardian”, lanciata dagli Stati Uniti per rispondere agli attacchi degli Houthi, ma è presente nell’area con due fregate: la ‘Virginio Fasan’, arriva prima di Natale, a fianco della quale è stata schierata la ‘Federico Martinengo’, più moderna e con armamenti più efficaci, che dopo un affiancamento di un paio di settimane rimarrà l’unica nave della marina tricolore e da febbraio sarà anche la nave ammiraglia dell’operazione antipirateria Atalanta, di cui l’Italia prenderà il comando.
Uno dei jet dell’aviazione britannica utilizzato nell’attacco ai ribelli Houthi in Yemen
Il ruolo dell’Italia
“Non vorrei aprire un terzo fronte di guerra in questo momento. Vorrei raggiungere la sicurezza del passaggio nel Mar Rosso senza l’apertura di un ulteriore fronte”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, commentando l’operazione militare.
Nell’anno di presidenza del G7, l’obiettivo dell’Italia sarebbe quello di provare raffreddare i fronti di guerra, tessendo una tela di relazioni mirate ad intensificare lo sforzo diplomatico, come con la Turchia, Paese protagonista negli equilibri del Medio Oriente, dove la premier Giorgia Meloni è attesa nei prossimi giorni.