Perché è stata respinta la richiesta di secondo processo per la strage di Erba: l'arringa in tribunale
Tutte le ragioni per cui il nuovo processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba non sarà celebrato
Niente nuovo processo per Olindo e Rosa. Il giudizio sulla strage di Erba rimane quello del 2010: ergastolo per la coppia, che ha ucciso i vicini di casa. Gli avvocati dello Stato hanno spiegato in aula le critiche alle ipotesi della difesa.
- La richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba
- Le tesi dello Stato contro la revisione
- La decisione del giudice
La richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba
Più di un anno fa gli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi, insieme al procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, hanno richiesto la revisione del processo che nel 2010 aveva condannato i due per la strage di Erba.
Le ragioni principali erano due. Da una parte alcune prove, soprattutto la traccia di sangue trovata nella macchina di Romano, non sarebbero state sufficienti o, come nel caso della macchia stessa, potrebbero non essere nemmeno esistite.
Dall’altra la difesa dei due condannati criticava la testimonianza dell’unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio, ora deceduto, che l’avvocato della coppia ha definito “Cerebroleso” e al quale sarebbero stati suscitati ricordi inesistenti.
Le tesi dello Stato contro la revisione
In aula gli avvocati dello Stato hanno però smontato punto per punto quanto detto dai difensori dei due coniugi, riuniti al processo per la prima volta dopo più di 14 anni di detenzione trascorsa in carceri separate.
Secondo Domenico Chiaro, avvocato dello Stato, e Guido Rispoli, procuratore di Brescia: “Non basta il riferimento a studi più recenti. Per una revisione è necessario l’utilizzo di nuove metodologie scientifiche”, come è stato possibile ascoltare durante la trasmissione Quarto Grado di Rete 4.
Lo Stato sostiene quindi che tutte le obiezioni dei difensori di Olindo e Rosa siano già state esaminate e dimostrate non attendibili nei processi tenutisi all’epoca della strage. Non ci sarebbe, dal loro punto di vista, spazio per una revisione.
La decisione del giudice
Il 12 luglio 2024 il giudice, dopo una breve dichiarazione di Rispoli, ha decretato che effettivamente non c’è ragione per rivedere il procedimento penale che ha portato in carcere a vita Olindo Romano e Rosa Bazzi.
“Dichiaro inammissibile l’istanza di revisione della sentenza emessa in data 20 aprile 2010 dalla corte d’appello di Milano” ha sentenziato il giudice, chiudendo ad ogni possibilità di un nuovo processo. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono quindi tornati rispettivamente nelle carceri milanesi di Opera e Bollate.