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Perché Coronavirus si è diffuso in Italia: l'errore decisivo

Lo rivela un accademico membro del Consiglio esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: sarebbe bastato rispettare la quarantena

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“C’è il forte rischio che i focolai diventino un’epidemia. Lo sapremo tra due settimane”. A dichiararlo a La Stampa è Walter Ricciardi, 60 anni, docente di Igiene alla Cattolica e membro del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per il luminare, l’Italia ha commesso grossi passi falsi nella prevenzione del contagio del nuovo Coronavirus.

“In Italia ci sono alcuni focolai epidemici, bisogna lavorare affinché non si trasformino in epidemia. Nel mondo c’è una serie di epidemie, e occorre impedire che queste diventino una pandemia“, ha spiegato Walter Ricciardi.

Interrogato da La Stampa sul perché ci siano stati così tanti contagi in Italia nel giro di breve tempo, il docente ha spiegato: “È un caso da manuale, in cui una o più persone vengono contagiate da chi arriva da un luogo di epidemia, e poi ci sono dei contagiati secondari con lo stesso tempo di incubazione”.

Necessaria la quarantena per bloccare il contagio da Coronavirus

“Paghiamo il fatto di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica, e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare da altre località”, ha affermato.

“Inoltre, quando vengono contagiati i medici significa che non si sono messe in campo le pratiche adatte, oltre al fatto che il virus è molto contagioso. Francia, Germania e Regno Unito, seguendo l’Oms non hanno bloccato i voli diretti e hanno messo in quarantena i soggetti a rischio, inoltre hanno una catena di comando diretta, mentre da noi le realtà locali vanno in ordine sparso”, ha aggiunto.

L’Italia è il Paese europeo con più contagi, e ha numeri che stanno velocemente raggiungendo quelli dei Paesi asiatici. “Rischiamo numeri importanti“, ha spiegato il docente. “Il trend è chiaro, ma in Cina c’è stato un mese di sottovalutazione mentre da noi, seppur con qualche svista, stiamo reagendo”.

Coronavirus in Italia: tasso di mortalità medio-basso

“In generale la mortalità del Coronavirus è medio-bassa. Aumenteranno molto i casi, meno i morti”, ha sottolineato Walter Ricciardi. Ribadendo però che “è presto per questo calcolo”.

Allerta invece per gli ospedali italiani. “Quelli specializzati in malattie infettive sono pronti per i focolai, mentre in caso di epidemia serve un piano di contingenza nazionale con percorsi per i casi sospetti e una protezione del personale sanitario”.

Coronavirus in Italia: cosa fare e quali posti evitare

La quarantena di 2 settimane sembrerebbe sufficiente per arginare le infezioni: “l’incubazione media è di 7-9 giorni“. Il rischio di contagio avverebbe tramite qualsiasi “contatto diretto. Non solo starnuti o respiri, ma soprattutto strette di mano e saluti toccandosi. Da cui l’indicazione fondamentale di lavarsi spesso e bene le mani”.

“Sono più rari” i contagi da oggetti. “Quanto duri il coronavirus sugli oggetti non si sa, i vecchi virus duravano 9 ore“.

Efficace la cura proposta dall’Istituto Spallanzani di Roma, “anche se la guarigione in questi casi non deriva tanto dalla terapia, quanto dalla capacità dell’individuo di reagire”.

Il Coronavirus, infatti, si sta rivelando più pericoloso per gli anziani, mentre sembrerebbe aver risparmiato i bambini. “Sorprende che non abbia colpito i più piccoli, ma non è detto che non succeda”.

Riguardo l’uso della mascherina per prevenire contagi, Walter Ricciardi è stato chiaro: “Sì per malati e personale sanitario, no per gli altri”. Da evitare “per due settimane i luoghi affollati: metro, bus, treni, scuole, discoteche, caserme e palestre. Gli aeroporti sono grandi e puliti per cui sì, ma poi si prende l’aereo”.

L’accademico ha concluso spiegando di aver detto ai propri figli “le stesse cose” riportate nell’intervista de La Stampa. “Ma sono grandi, se vorranno andare in discoteca lo faranno a loro rischio. La scienza deve dire sempre la verità“.

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