Per Maria Rosaria Boccia scatta il "daspo" alla Camera dopo il caso Sangiuliano e i video: non può più entrare
Dopo i video pubblicati durante il caso Sangiuliano è scattato il “daspo” per Maria Rosaria Boccia: non potrà più accedere alla Camera dei Deputati
Pur apparentemente chiuso con le dimissioni del ministro della Cultura, il caso Sangiuliano non è ancora del tutto finito, dato che la Commissione sicurezza di Montecitorio ha deciso di sospendere i permessi di ingresso per Maria Rosaria Boccia alla Camera dei Deputati, in seguito alla pubblicazione dei video ripresi con gli occhiali smart.
- La misura contro Maria Rosaria Boccia dopo il caso Sangiuliano
- La durata della sospensione
- Le motivazioni della Commissione
La misura contro Maria Rosaria Boccia dopo il caso Sangiuliano
Persona non gradita: è, in sostanza, questo quanto deciso dalla Commissione sicurezza di Montecitorio nei confronti di Maria Rosaria Boccia, la donna al centro del caso dell’estate insieme all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
La Commissione, composta dal vicepresidente della Camera, Sergio Costa, e da tre deputati questori, Alessandro Manuel Benvenuto, Paolo Trancassini e Filippo Scerra, ha deciso di interdire l’accesso a Montecitorio alla Boccia, in seguito alla pubblicazione di alcuni video.
Maria Rosaria Boccia in compagnia dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano
L’imprenditrice 41enne di Pompei ha difatti violato il regolamento della Camera, avendo ripreso e registrato corridoi e stanze interne del palazzo utilizzando degli occhiali smart, i Ray-Ban Meta, per poi pubblicare il tutto sui social.
La durata della sospensione
Non è al momento possibile sapere quanto tempo durerà l’interdizione da Montecitorio per Maria Rosaria Boccia, dato che, come riporta Adnkronos, la sospensione dei permessi di accesso è una sanzione senza scadenza, rivedibile solo con una eventuale nuova deliberazione del comitato.
È questa la pena più severa prevista dal regolamento, che non si limita quindi al “semplice” richiamo che in molti avevano immaginato come delibera della Commissione nei giorni scorsi.
Le motivazioni ufficiali riguardano quindi la “sicurezza dell’istituzione Camera”, dato che le riprese della Boccia sono avvenute senza autorizzazione e al di fuori degli spazi concessi alla stampa.
Le motivazioni della Commissione
Come riportato da Il Foglio, il presidente della Commissione, Sergio Costa, uno dei problemi principali della vicenda risiede nel fatto che “le riprese della donna hanno violato le prerogative dei parlamentari come quelle di incontrare chi vogliono e in maniera riservata”.
Inoltre, come accertato dalle indagini interne, buona parte delle riprese sono avvenute in assenza del ministro della Cultura (al momento sotto indagine), dato che la Boccia entrava alla Camera dall’ingresso di piazza del Parlamento numero 24, grazie all’aiuto di alcuni deputati.
Sono infatti agli atti le mail che i deputati Marta Schifone e Gimmi Cangiano (Fratelli d’Italia), Annarita Patriarca (Forza Italia) e Simona Loizzo (Lega) hanno inviato in più occasioni alla portineria, invitando gli addetti a lasciar entrare liberamente Maria Rosaria Boccia.