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Pensione donna 2023, ipotesi di un anticipo di 4 mesi per ogni figlio. Si tratta anche su Opzione donna

Opzione donna è al centro del tavolo fra i sindacati e il governo. Sulle pensioni spunta l'ipotesi di uno sconto di 4 mesi a figlio per le lavoratrici

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La riforma delle pensioni continua a tenere banco: per quanto riguarda le donne il governo Meloni sta valutando l’introduzione di uno sconto di quattro mesi per ogni figlio. Questa misura non andrebbe a sostituire o a intaccare Opzione donna, pensione anticipata rivolta alle donne che hanno avuto un determinato percorso professionale e umano.

Pensioni donne, ipotesi sconto di 4 mesi a figlio

L’idea di uno sconto sugli anni di contribuzione per le donne era già stata introdotta a suo tempo dalla riforma Dini.

Oggi l’idea, rivista e aggiornata, viene riproposta al governo Meloni nel corso dell’incontro con le parti sociali al ministero del Lavoro. Incontro dedicato in particolare alle pensioni delle donne e ai futuri trattamenti previdenziali per i giovani.

Il punto, come sempre, è reperire le risorse: fatti i calcoli, uno sconto di 4 mesi a figlio per le lavoratrici italiane si trasforma in una spesa di 700 milioni in più che grava sugli enti di previdenza.

Nulla è definito, tanto che la Cgil parla di un incontro “assolutamente interlocutorio”.

Altra ipotesi pensionistica sul tavolo

E non è tutto: sul tavolo c’è anche un’altra misura, proposta unitamente da Cgil, Cisl e Uil, volta a favorire chi abbia avuto carriere frammentate.

Marina Calderone ministra del Lavoro Fonte foto: ANSA
La ministra del Lavoro Marina Calderone.

L’idea è quella di eliminare o ridurre il vincolo minimo di 1,5 volte l’assegno sociale per accedere alla pensione di vecchiaia col sistema contributivo.

Tale vincolo “attualmente limita in maniera sostanziale gli accessi al pensionamento, condizionando in particolare le donne e coloro i quali hanno avuto carriere frammentate”, ha detto alla stampa il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga.

Opzione donna al centro della trattativa

I sindacati chiedono al governo anche di rivedere Opzione donna, una misura che permette a determinate categorie di donne di poter accedere alla pensione anticipata.

Rispetto alle formulazioni passate, attualmente la legge ha ristretto le categorie delle beneficiarie individuando solo tre casi: caregiver, invalide civili e lavoratrici licenziate da aziende il cui stato di crisi sia certificato da una procedura aperta presso il ministero del Lavoro.

Proprio Opzione donna è uno dei nodi fondamentali della trattativa fra sindacati e governo.

“Se non riusciamo nemmeno a ritornare alla casella di partenza su Opzione donna – lamenta il segretario confederale della Cigl Christian Ferrari – come potremmo dare una risposta vera alla condizione previdenziale delle lavoratrici d’Italia? Questa è la domanda con cui siamo rimasti al termine di questo incontro”.

ministra del Lavoro Calderone Fonte foto: ANSA
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