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Pensione di vecchiaia, come funziona e come cambierà: nell'ipotesi del Cnel minimo 25 anni di contributi

La riforma al vaglio del comitato del Cnel voluto da Brunetta mira ad allungare i tempi per ottenere la pensione di vecchiaia e quella anticipata

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Il nodo pensioni è uno dei più importanti per le casse statali, con il numero dei pensionati che continua a crescere e quello dei lavoratori a diminuire. Per cercare di trovare un punto di equilibrio per i conti pubblici si è messo al lavoro il Cnel – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – guidato dall’ex ministro Roberto Brunetta. L’obiettivo della riforma, ancora in fase di studio, è uniformare le modalità per arrivare alla pensione di vecchiaia.

La riforma della pensione di vecchiaia

Ma come funziona la riforma delle pensioni di vecchiaia? Nell’ipotesi di riforma alla quale sta lavorando la commissione di 12 esperti di Cnel, Istat, Bankitalia, Inps, sindacati e università rimane, comunque, la possibilità di andare in pensione anticipata.

Tuttavia, il rapporto che verrà presentato entro settembre (in tempo per la manovra finanziaria) dovrebbe contenere misure per disincentivare questa opzione, che ovviamente costa di più allo Stato.

Pensione di vecchiaia, come funziona e come cambieràFonte foto: ANSA

Come funziona il nuovo meccanismo per le pensioni

Dalle prime indiscrezioni trapelate, il nuovo concetto di pensione di vecchiaia su cui sta lavorando la commissione Brunetta è quello della “flessibilità strutturale”. In pratica, sarebbe possibile andare in pensione tra 64 e 72 anni, ma solo se si può contare su un assegno di almeno 800 euro.

Inoltre, chi decide di andare in pensione (a patto di avere almeno 25 anni di contributi versati) deve accettare il ricalcolo oppure un taglio del 3-3,5% per ogni anno di anticipo.

Detto in altri termini, dagli attuali 67 anni e 20 di contributi si passerebbe a 67 anni e 25 anni di contributi versati per ottenere la pensione di vecchiaia.

Tempi più lunghi anche per la pensione anticipata

Per quanto riguarda la pensione anticipata, al posto degli attuali 42 anni e 10 mesi di contributi senza vincoli di età, la riforma allo studio del Cnel prevederebbe 44 anni di contributi e 64 anni di età.

A farne le spese, stando a queste prime ipotesi di riforma della pensione di vecchiaia, sarebbero i Millennials, prima generazione di lavoratori a rientrare completamente nel sistema contributivo. Per i Millennials, infatti, il requisito per la pensione anticipata salirebbe a 25 anni di contributi. Scopo della riforma al vaglio degli esperti del Cnel è ridurre il numero di assegni pensionistici e la loro durata, che per la metà è ultratrentennale.

Secondo gli ultimi dati della Ragioneria di Stato, l’età media di chi va in pensione è di 67,2 anni, mentre quella di chi ottiene il pensionamento anticipato è di 61,6 anni.

pensione-vecchiaia-come-funziona-riforma-brunetta-cnel Fonte foto: ANSA
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