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Paul Pogba della Juventus positivo al doping: non solo l'ipotesi rescissione, perché il club potrebbe tenerlo

Le controanalisi effettuate sui campioni prelevati da Paul Pogba hanno confermato la positività al testosterone: ecco cosa rischia il calciatore

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Le controanalisi hanno confermato la positività di Paul Pogba al testosterone emersa dopo il primo controllo antidoping. Il giocatore della Juventus, che dopo la prima positività era stato sospeso, si era visto inibire dalla società l’accesso alle strutture sportive e il contatto con gli altri tesserati. Ora, con la possibilità di una lunga squalifica, il club dovrà decidere come comportarsi.

L’esito delle controanalisi

Dopo la notizia della positività al testosterone dello scorso 11 settembre, a seguito di un controllo antidoping effettuato dopo il match tra i bianconeri e l’Udinese dello scorso 20 agosto, è arrivata anche la conferma delle controanalisi.

Anche i test effettuati sul campione B prelevato dal calciatore francese sono quindi risultate positive, cambiando lo status di Paul Pogba da “non negativo” a “positivo al testosterone”.

Paul Pogba della Juventus positivo al doping: non solo l'ipotesi rescissione, perché il club potrebbe tenerloFonte foto: ANSA
Paul Pogba in una delle sue poche apparizioni in campo dopo il ritorno a Torino, avvenuto nel luglio del 2022

Con questo risultato può iniziare il procedimento del Tribunale Nazionale Antidoping nei confronti del centrocampista della Juventus, che rischia uno stop lungo fino a quattro anni, che potrebbero dare un colpo micidiale alla carriera del 30enne francese.

L’attesa della Juventus

E proprio l’entità della squalifica è ciò che in questo momento interessa maggiormente alla Juventus, che già dopo la sospensione imposta dal Tribunale Antidoping aveva inibito al calciatore l’accesso alla Continassa, dove si trova lo Juventus Training Center, tanto che Pogba ha continuato in questo mese ad allenarsi da solo nella propria villa.

Ma adesso che la positività è stata confermata resta solo da capire se la pena per Pogba sarà dimezzata, come previsto in caso di “non intenzionalità” dell’assunzione della sostanza proibita Cosa che il calciatore ha sempre sostenuto, affermando di essersi solo fidato dei consigli di un medico americano di sua fiducia.

Da quando è tornato alla Juventus, Paul Pogba è diventato il calciatore più pagato della rosa, con uno stipendio netto annuale di 8 milioni di euro (più 2 di bonus). Una cifra monstre, soprattutto considerando i continui infortuni e lo scarsissimo minutaggio del giocatore: 213 minuti in totale, per un costo di circa 73mila euro per ogni minuto giocato dal suo ritorno a Torino.

I possibili scenari

Con la conferma di una squalifica superiore ai 6 mesi, si aprirebbe per la Juventus la possibilità di rescindere il contratto di Pogba. Già con la prima sospensione lo stipendio del centrocampista è crollato al minimo salariale, ovvero 42mila e 477 euro annui.

Inoltre, il club piemontese potrebbe anche chiedere un risarcimento danni. Tutte opzioni che verranno però valutate insieme all’entourage del calciatore, che fin dal primo momento si è messo a disposizione della società, ben disposto ad ascoltare ogni tipo di proposta.

Nonostante l’evidente risparmio sul contratto che la Juventus otterrebbe in caso di rescissione, c’è però un altro aspetto da considerare: l’accordo con il francese ha potuto beneficiare del Decreto Crescita, una misura che ha permesso alla società bianconera di risparmiare sulle tasse, e al giocatore di trovarsi un ingaggio netto più alto, visto il risparmio del club sul lordo.

In caso di rescissione però, la Juventus dovrebbe pagare una penale per i benefici ottenuti dal momento della sottoscrizione del contratto. Entrambi le parti quindi, in attesa della conferma della pena, dovranno fare le proprie valutazioni economiche, sportive ed umane per trovare la soluzione più conveniente per tutti.

pogba-juve Fonte foto: ANSA
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