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Paul Alexander morto nel polmone d'acciaio dopo averci vissuto 70 anni: la paralisi causata dalla poliomielite

Morto Paul Alexander, l'uomo che ha vissuto per 70 anni in un polmone d'acciaio dopo essere rimasto paralizzato a causa della poliomielite

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È morto all’età di 78 anni Paul Alexander, l’uomo che ha vissuto 70 anni chiuso in un polmone d’acciaio dopo essere rimasto paralizzato a causa della poliomielite. Era stato colpito da una grave forma di poliomielite a Dallas quando aveva 6 anni e da allora ha vissuto chiuso in un macchinario che gli permetteva di respirare.

Morto Paul Alexander, l’uomo dal polmone d’acciaio

Noto come “l’uomo dal polmone d’acciaio” o “Polio Paul”, Paul Alexander ha vissuto per 70 anni chiuso in un polmone d’acciaio, un macchinario dal peso di quasi 300 chili che gli permetteva di respirare.

L’uomo è deceduto all’età di 78 anni, come si legge su un aggiornamento sulla pagina GoFundMe dedicata a lui di ieri, martedì 12 marzo.

Christopher Ulmer, l’organizzatore della raccolta fondi, annuncia che Paul Alexander si è spento nella giornata di lunedì 11 marzo.

Il ricordo di Paul Alexander

“Dopo essere sopravvissuto alla poliomielite da bambino, ha vissuto per oltre 70 anni all’interno di un polmone d’acciaio”, scrive Ulmer.

“In tutti questi anni Paul è andato al college, è diventato avvocato e autore di pubblicazioni. La sua storia ha viaggiato in lungo e in largo, influenzando positivamente persone in tutto il mondo”.

“Paul è stato un modello incredibile che continuerà a essere ricordato. Paul – conclude Ulmer – ci mancherai ma sarai sempre ricordato. Grazie per aver condiviso la tua storia con noi”.

Chi era Paul Alexander, paralizzato a sei anni dalla poliomielite

Paul Alexander ha trascorso quasi la sua intera vita all’interno di un polmone d’acciaio, una capsula in cui era costretto a restare immobile e dal quale sbucava soltanto la testa.

La sua vita a Dallas, in Texas, è cambiata bruscamente nel 1952, quando aveva appena 6 anni. Colpito dalla poliomielite, perse le sue abilità motorie e la capacità di respirare autonomamente.

Portato in ospedale, venne salvato da un medico che lo mise in un enorme macchinario per la ventilazione artificiale.

Da allora ha trascorso gran parte della sua vita chiuso nel polmone d’acciaio, potendo muovere solo la testa, il collo e la bocca.

Grazie all’aiuto di un fisioterapista, Paul era poi riuscito ad apprendere una tecnica nota come “respiro glossofaringeo” con cui era in grado di inghiottire un po’ d’aria nei polmoni e restare per un po’ fuori dal macchinario.

Alexander non si era dato per vinto, si era prima diplomato al liceo di Dallas e poi laureato all’Università del Texas, diventando avvocato. Ha raccontato la sua storia in un libro autobiografico pubblicato nel 2020, Three Minutes for a Dog, non tradotto in italiano.

paul-alexander-morto-polmone-dacciaio Fonte foto: ANSA/X
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