Conte: 'patto segreto' con Grillo e Zingaretti per le regionali
Il premier Giuseppe Conte avrebbe chiamato Beppe Grillo e Nicola Zingaretti per un accordo sottobanco tra M5s e Pd per le elezioni regionali
L’obiettivo è quello di non far vincere la destra, e per questo Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Nicola Zingaretti, avrebbero stipulato un accordo segreto per le elezioni regionali. Il patto tra i tre leader, costretti a superare le divergenze in funzione del nemico comune, potrebbe attuarsi secondo il ‘modello Emilia Romagna’ e grazie all’escamotage del voto disgiunto. Ne dà notizia Repubblica.
La coalizione al Governo potrebbe quindi trasformarsi in una vera alleanza elettorale, cambiando gli equilibri politici in vista della chiamata alle urne. Una sconfitta nelle sei regioni al voto metterebbe in difficoltà l’esecutivo, e per questo Giuseppe Conte avrebbe fatto un appello all’unione. Non prima di aver sentito in segreto, come riporta Repubblica, il fondatore del M5s e il segretario Pd.
Beppe Grillo avrebbe dato la sua benedizione a un patto realizzato in due passaggi, ovvero la presentazione di candidati che possano intercettare i voti pentastellati e dem e un appello all’elettorato M5s. Il candidato presidente del centrosinistra in Liguria, Ferruccio Sansa, sarebbe stato approvato proprio da Beppe Grillo. E nelle Marche potrebbe essere presto coinvolto un pentastellato nel ticket del candidato Pd Maurizio Mangialardi.
Il secondo step vede il padre del Movimento impegnato a chiedere a elettori e militanti di “non far vincere la destra”, secondo quanto riporta Repubblica, votando per i candidati del Pd. Una richiesta che rischia di dividere ancora i 5 Stelle. Con i colonnelli pronti a tuonare contro la manovra. Come Alessandro Di Battista, che ha criticato aspramente il premier e Beppe Grillo, e Luigi Di Maio, dubbioso sul cambiamento radicale di un soggetto politico nato per correre da solo alle urne.
L’appello del fondatore farebbe leva sulla necessità di aiutare i candidati di centrosinistra alle elezioni regionali, compresi esponenti politici poco graditi all’elettorato pentastellato. Come Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, governatori di Puglia e Campania, sistematicamente attaccati dai 5 Stelle locali.
Proprio in queste due regioni i grillini potrebbero fare la differenza. Michele Emiliano si è detto pronto a un accordo pre e post elettorale con lo schieramento giallo. Più difficili invece le trattative con Vincenzo De Luca, critico anche nei confronti di Nicola Zingaretti, e da sempre spauracchio dei pentastellati campani.
Il meccanismo a cui Beppe Grillo, Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti starebbero facendo affidamento è quello del voto disgiunto, comune a tutte le diverse leggi regionali. Prevede la possibilità di votare la lista M5s dando però la preferenza a un altro candidato presidente, come successo a gennaio in Emilia Romagna, con la vittoria di Stefano Bonaccini, il più apprezzato governatore di centrosinistra secondo i sondaggi.