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Patrick Zaki, resta in carcere: rinnovata la custodia cautelare

Non si sa per quanti giorni il ricercatore sarà ancora trattenuto nel carcere al Cairo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Resterà ancora in carcere Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università Alma Mater di Bologna in prigione in Egitto da oltre un anno e mezzo con l’accusa di propaganda sovversiva su internet. Lo ha stabilito, come riferito da una sua legale Hoda Nasrallah all’Ansa, la nuova udienza sul rinnovo della custodia cautelare al Cairo, senza però un’indicazione su quanto tempo dovrà ancora passare in prigionia.

Patrick Zaki, resta in carcere: l’annuncio

L’annuncio sulla notifica che arriverà “domani o dopodomani”, di solito viene dato dopo l’esito delle udienze, ma stavolta è stato diffuso in anticipo. Resta da capire se l’ennesimo prolungamento sarà, come di norma, di 45 giorni o meno, come ha lasciato supporre Nasrallah.

La legale non ha voluto sbilanciarsi in previsioni sull’esito dell’udienza svoltasi presso il Tribunale allestito nell’Istituto per assistenti di polizia, annesso al carcere di Tora, all’estrema periferia sud del Cairo nel quale Patrick è rinchiuso dormendo per terra.

Patrick Zaki, resta in carcere: le iniziative diplomatiche

Patrick fu arrestato il 7 febbraio 2020, ma la custodia cautelare in Egitto può durare due anni con possibilità di prolungamenti se dovessero emergere nuovi elementi d’accusa.

Secondo Amnesty International, il ricercatore-attivista per i diritti umani e civili se processato rischierebbe fino a 25 anni di carcere sulla base delle accuse a suo carico per dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano curato da un’altra persona, ma che hanno configurato fra l’altro la “diffusione di notizie false”, “l’incitamento alla protesta” e “l’istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”.

Nonostante una richiesta della Camera dei deputati al Governo di cittadinanza italiana, e la partecipazione alle udienze di diplomatici italiani nell’ambito del meccanismo di osservazione processuale dell’Unione europea, la mobilitazione internazionale in sua difesa non ha portato a una svolta.

Ai rappresentati delle Ambasciate del nostro Paese, di Regno Unito e Usa, non è più consentito da mesi ‘accesso al Tribunale per la sicurezza di Stato dove si svolgono le udienze.

zaki Fonte foto: ANSA
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