Pass regionale Covid, Burioni contro il tampone: "Non ha senso"
Il virologo Roberto Burioni si è espresso negativamente in merito all'ipotesi di permettere gli spostamenti tra regioni a chi ha effettuato un tampone
È attesa per oggi la decisione del Cts in merito agli spostamenti tra regioni a partire dal 26 aprile, per i quali sarà previsto un pass le cui caratteristiche devono ancora delinearsi. Stando a quanto si è appreso finora, dovrebbe essere consentito spostarsi liberamente tra regioni gialle, mentre occorrerà esibire un’autocertificazione tra regioni arancioni e rosse, in aggiunta a un documento che certifichi di essere stati vaccinati contro il Covid, oppure di essere guariti, o di aver effettuato un test antigenico o molecolare con esito negativo entro le 48 ore precedenti.
E proprio su quest’ultimo requisito ha espresso il suo parere sfavorevole il virologo Roberto Burioni. In una serie di tweet, l’esperto ha sostanzialmente sottolineato l’inutilità di un certificato che dimostri di aver effettuato un tampone con esito negativo per permettere gli spostamenti liberi. “È come consentire rapporti sessuali non protetti a chi si è infilato un profilattico nelle 48 ore precedenti per prevenire l’AIDS. Non ha alcun senso razionale“.
Burioni prosegue con l’esempio di uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Microbiology: “122 marinai vengono imbarcati in un peschereccio dopo un tampone PCR negativo. Nonostante questo a bordo parte un focolaio di Covid che colpisce l’85% dell’equipaggio. Dare il ‘passaporto’ a chi ha un tampone negativo nelle 48 ore precedenti non ha senso”.
Il virologo esprime invece un parere favorevole verso chi esibisce un certificato vaccinale insieme al pass: “Chi è vaccinato con i vaccini a mRna diminuisce la sua capacità di trasmettere la malattia di ALMENO il 90% (ma forse pure molto di più, lo sapremo presto). Queste le verità scientifiche, poi la politica decida”.