Parla il fidanzato di Sharon Verzeni Sergio Ruocco: l'idea su chi sia l'omicida e il sogno di avere un figlio
Omicidio di Sharon Verzeni, parla il fidanzato Sergio Ruocco: "Spero che i carabinieri mi richiamino"
L’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa in strada a Terno d’Isola a coltellate poco dopo la mezzanotte del 30 luglio, continua ad essere un rompicapo per gli inquirenti. Il suo compagno 37enne Sergio Ruocco, con il quale conviveva da circa tre anni e con il quale avrebbe dovuto sposarsi nei prossimi mesi, potrebbe essere di nuovo interrogato. Intervistato da Repubblica, l’uomo ha spiegato di essere a disposizione e di non avere idea di chi possa aver ucciso la fidanzata.
- Il fidanzato di Sharon Verzeni: "Chi l'ha uccisa? Non ne ho idea"
- Villetta sotto sequestro: "Giusto che i carabinieri facciano quel che devono"
- Sergio Ruocco: "Io e Sharon volevamo un figlio"
Il fidanzato di Sharon Verzeni: “Chi l’ha uccisa? Non ne ho idea”
I carabinieri hanno già ascoltato Ruocco in un paio di occasioni: nelle ore successive all’omicidio di Sharon e alla vigilia di Ferragosto. A breve potrebbe essere sentito nuovamente. ““Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi”, ha commentato l’idraulico.
Ruocco, negli incontri avuti con gli investigatori, ha parlato della vita condotta assieme alla compagna e delle loro amicizie. Che idea si è fatto di quello che è capitato a Sharon? “Io spero che prendano questa persona. Ma non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere”.
Attualmente dimora dai genitori della fidanzata uccisa. Motivo? “Perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile”.
Su chi ha ammazzato Sharon ha affermato che “è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri”. Quindi ha aggiunto che credeva che le indagini avrebbero consentito di prendere prima il responsabile del delitto.
Villetta sotto sequestro: “Giusto che i carabinieri facciano quel che devono”
Tornando alla sera fra il 29 e il 30 luglio, cioè quando Sharon è uscita per andare a passeggiare senza più fare ritorno, ha ribadito che lui è rimasto a casa: “Non riesco a ripensare a quella sera… preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell’ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: “Aspetta, non uscire”. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni”.
La villetta in cui conviveva con la vittima è ancora sotto sequestro. “Se hanno ancora da fare all’interno, è giusto che i carabinieri facciano quello che devono”, ha sottolineato l’idraulico 37enne, che ha aggiunto che il prossimo lunedì tornerà a lavorare.
Sergio Ruocco: “Io e Sharon volevamo un figlio”
“Io – ha continuato Ruocco – non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei. Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più”.
“Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c’era nulla di strano”, ha concluso il 37enne.