Parco d'Abruzzo, 33enne attaccato e ferito da un'orsa: è riuscito a fuggire grazie al suo cane
Un uomo di 33 anni è riuscito a scampare all'attacco di un'orsa nel Parco d'Abruzzo grazie al tempestivo intervento del cane: il suo racconto
Tragedia sfiorata al Parco d’Abruzzo, uno dei parchi nazionali più antichi d’Italia. Un uomo di 33 anni ha visto la morte in faccia a causa di un incontro ravvicinato con un’orsa, che lo ha attaccato improvvisamente. A salvarlo dalle grinfie dell’animale è stato l’intervento tempestivo del suo cane che, abbaiando, gli ha permesso di mettersi in salvo. Il 33enne ha riportato diverse ferite e ora è pronto a chiedere i danni all’Ente Parco.
- L'aggressione dell'orsa al Parco d'Abruzzo
- L'intervento decisivo del cane
- La richiesta di risarcimento
L’aggressione dell’orsa al Parco d’Abruzzo
Secondo la ricostruzione della vicenda l’uomo stava facendo una passeggiata con il suo cane nei boschi di Forca d’Acero, nel Parco d’Abruzzo, quando su un sentiero ha incrociato un’orsa. L’aggressione sarebbe scaturita dal tentativo dell’animale di difendere i suoi due cuccioli.
Dopo essere sbucata da un cespuglio gli ha dato prima una zampata alla gamba sinistra e poi lo ha azzannato all’addome. ‘Il Corriere della Sera’ ha raccolto la testimonianza del protagonista della disavventura: “Dopo l’attacco dell’orsa ho visto il sangue uscire dalle ferite alla pancia e alla gamba che, per una brutta caduta a terra, non mi consentiva di correre“, ha raccontato, spiegando di aver pensato di avere ormai il tempo contato.
Un sentiero del Parco nazionale d’Abruzzo
“Ho preso il telefonino – ha affermato – e, appoggiato a un bastone, mentre cercavo di scappare da quel bosco, ho mandato due vocali: uno a mia moglie e l’altro a mio padre”. Nei messaggi audio ha spiegato quanto accaduto, avvisandoli di non riuscire più a tornare. “Non ci rivedremo mai più – ha detto per dare loro l’addio – ma sappiate che vi ho sempre amato”.
L’intervento decisivo del cane
Se il 33enne è ancora in vita lo deve soprattutto al suo cane, la cui reazione ha fatto allontanare l’orsa. Infatti dopo l’aggressione improvvisa ha iniziato ad abbaiare, fino a quando l’enorme animale non ha desistito. A quel punto l’uomo è riuscito a tornare alla macchina, parcheggiata a poca distanza dal sentiero, per mettersi al sicuro una volta per tutte.
Il coraggioso segugio tuttavia in quegli istanti è scomparso. “Il mio pensiero era tutto per lui”, ha ammesso il padrone al ‘Corriere della Sera’, spiegando di aver lanciato nelle ore successive un appello su Facebook con tanto di foto.
Alla fine, dopo tre giorni, una donna amante degli animali è riuscita a trovarlo e glielo ha riportato sano e salvo. “Ancora impaurito, ma, scodinzolante, mi è saltato addosso, felice, come me, di riabbracciarci”, ha raccontato il 33enne.
La richiesta di risarcimento
L’uomo dopo aver scampato il pericolo si è recato nell’ospedale di Cassino, dove è stato medicato. Il personale sanitario gli ha ingessato la gamba per un trauma distorsivo, immobilizzato la schiena per via di due costole rotte, e medicato le ferite provocate dalle zanne dell’orso. I medici gli hanno prescritto 20 giorni di cure.
Adesso, come detto, il suo obiettivo è ottenere un risarcimento. Per questo si è già rivolto a un avvocato per la denuncia. “Chiederemo i danni all’Ente Parco – ha annunciato il legale – perché in zona non ci sono né cartelli, né divieti che impediscono l’accesso ai sentieri. Ora vogliamo sapere se i 60 orsi presenti, tutti animali protetti, sono o meno muniti di microchip”. Nel Parco d’Abruzzo vive infatti una popolazione di orsi marsicani, simbolo dell’area.