Papa Francesco e i dettagli sulla polmonite dal Vaticano: cosa filtra dai medici sul "rischio di criticità"
Papa Francesco ricoverato da 18 giorni al policlinico Gemelli di Roma: come sta il Pontefice e cosa filtra dai medici e dal Vaticano sulla polmonite
La prognosi resta riservata. Secondo quanto riferito dal Vaticano, Papa Francesco “ha riposato bene tutta la notte”, le sue condizioni cliniche restano quindi stabili ma il quadro clinico è ancora “complesso”. Il Pontefice è “apiretico”, cioè non ha febbre, e “non ha necessitato di ventilazione meccanica non invasiva, ma unicamente di ossigenoterapia ad alti flussi”. Per i medici, inoltre, “non risultano conseguenze dirette dalla crisi isolata di broncospasmo” di venerdì 28 febbraio, anche se “permane il rischio di criticità”.
- Cosa filtra su Papa Francesco dal Vaticano
- Cosa sappiamo sulla polmonite bilaterale
- La previsione del geriatra sulla ripresa
Cosa filtra su Papa Francesco dal Vaticano
Lunedì 3 marzo, sala stampa del Vaticano ha riferito che, nel suo 18° giorno di ricovero al policlinico Gemelli, il Papa si è svegliato, ha fatto colazione e ha iniziato la terapia della giornata.
È atteso un nuovo aggiornamento medico sulle condizioni del Pontefice, anche se non sarebbero previsti “esami particolari“.
Fonte foto: ANSA
La sera di domenica 2 marzo, comunque, il bollettino aveva parlato di una situazione che tende a “stabilizzarsi” e questo “è un buon segno“.
Fonti vaticane aggiungono che “non è immediata” una convocazione di una nuova conferenza stampa dei medici: “Non sarà oggi (lunedì 3 marzo, ndr), vedremo nei prossimi giorni” se si intenderà convocarla.
Cosa sappiamo sulla polmonite bilaterale
Per quel che riguarda invece la polmonite bilaterale e le relative terapie, Bergoglio – secondo fonti vaticane – “sta seguendo il suo evolversi naturale”.
Si apprende che “non risultano conseguenze dirette dalla crisi isolata di broncospasmo di venerdì scorso (28 febbraio, ndr)” e che “tuttavia permane il rischio di criticità”.
La previsione del geriatra sulla ripresa
Nicola Ferrara, docente di Geriatria all’università Federico II di Napoli, ai microfoni di Adnkronos ha dichiarato che Papa Francesco “non ha superato la fase acuta della sua malattia. Ma quando questo momento finirà e sarà sciolta la prognosi, avrà comunque bisogno di una lunga degenza post acuta, di recupero e riabilitazione. La ripresa, per un paziente con le sue caratteristiche, ha tempi lunghi”.
L’esperto ha aggiunto che, stando ai bollettini e alle informazioni ufficiali, “sappiamo che il Papa ha parzialmente recuperato l’insufficienza renale nei giorni scorsi, e questa è una buona notizia. Come è una buona notizia il fatto che questa notte abbia riposato bene. Capisco i colleghi del Policlinico Gemelli che mantengono un approccio di cautela“.
E sul futuro? Secondo Ferrara, nelle prossime settimane, “superata l’instabilità, bisognerà continuare ad avere attenzione. La vulnerabilità di un quasi 90enne, con le patologie croniche che il Papa ha, prevede un recupero lento ed è bene che sia così. Le funzioni del Santo Padre sono importanti, ma la sua salute lo è altrettanto”.
