Paola Nurnberg licenziata dalla tv svizzera, la giornalista aveva scritto un tweet "contro" la destra
Il caso della giornalista Paola Nurnberg fa discutere: il sindacato Unia annuncia una vertenza contro la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana
Paola Nurnberg, giornalista italotedesca e collaboratrice della Radiotelevisione Svizzera (RSI), è stata licenziata dopo aver pubblicato un tweet critico nei confronti del pensiero della destra. La decisione dell’emittente ha suscitato numerose polemiche e l’intervento del sindacato Unia, che accusa la RSI di aver preso un provvedimento sproporzionato. Non mancano ipotesi che collegano l’allontanamento anche a precedenti vicende interne, come una denuncia per molestie presentata dalla stessa Nurnberg nel 2020.
- Licenziata la giornalista Paola Nurnberg
- Il collegamento con le molestie
- Il futuro legale della vicenda
Licenziata la giornalista Paola Nurnberg
Il tweet, pubblicato a settembre 2023, recitava: “Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato. È semplice, è di pancia, fa credere alla gente di essere nel giusto e di non avere pregiudizi. Concima, insomma, l’ignoranza. Sta alle singole persone scegliere se evolvere, emanciparsi, oppure no”.
Secondo Matteo Poretti, rappresentante del sindacato Unia intervistato da Ticinonline, il licenziamento non trova giustificazioni valide: “Ha sbagliato? Certo, non doveva scriverlo. Ma da qui a licenziarla… A questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della RSI”.
Paola Nurnberg, giornalista italotedesca, è stata licenziata per un post sui social
Poretti ha inoltre sottolineato che la condotta professionale di Nurnberg era impeccabile: “Nemmeno un richiamo. La procedura di licenziamento è anomala”.
La RSI, dal canto suo, ha scelto il silenzio, dichiarando solo che esistono “linee guida interne che devono essere seguite e rispettate” da tutti i dipendenti.
Il collegamento con le molestie
Il sindacato ha ipotizzato che il licenziamento possa anche essere legato a vecchi “attriti” derivanti dalla denuncia per molestie presentata da Paola Nurnberg nel 2020.
In quell’occasione, la giornalista era stata spostata dal ruolo di conduttrice televisiva a quello di speaker radiofonica, nonostante le molestie fossero state accertate.
Nurnberg, interpellata sulla vicenda, ha dichiarato: “Non mi hanno permesso di riparare. Dopo il tweet, mi è stata inviata una mail per convocarmi, ma quando ho chiesto come potessi rimediare, non ho ricevuto risposta”.
Il futuro legale della vicenda
Poretti ha annunciato una vertenza legale per licenziamento abusivo, ritenendo il provvedimento grave sia nella forma che nelle motivazioni.
L’intento è anche quello di aprire un dibattito pubblico su casi simili (in Svizzera e non solo), in cui il confine tra espressione personale e violazione delle regole aziendali appare sfumato.
La vicenda, ancora aperta, pone interrogativi rilevanti: quanto è lecito esprimere opinioni personali sui social senza rischiare ripercussioni professionali?