Covid: aspettativa di vita ridotta fino a 9 anni dopo la pandemia
Uno nuovo studio stima che il coronavirus potrebbe far scendere l'età media mondiale, annullando temporaneamente i progressi fatti finora
La pandemia potrebbe ridurre l’aspettativa di vita a breve termine di molti Paesi, vanificando gli interventi degli organismi internazionali per far salire l’età media, che potrebbe scendere anche di 9 anni se il 50% della popolazione dovesse contrarre il coronavirus. Lo sottolinea uno studio pubblicato sulla rivista Plos One e riportato dall’Ansa.
Gli scienziati dell’International Institute for Applied Systems Analysis di Laxenburg, situato alle porte di Vienna (Austria), hanno stimato che se l’infezione si diffondesse sul 10% della popolazione, l’aspettativa di vita scenderebbe di un anno nei Paesi ricchi di Nord America e Europa.
Se il 50% della popolazione dovesse risultare infetto, l’età media scenderebbe dai 3 ai 9 anni, in base alla gravità dell’infezione. Per i ricercatori, anche con un tasso di prevalenza del 2% si osserverebbe un’inflessione dell’aspettativa di vita.
“Il nostro studio offre la prima valutazione dell’impatto della sindrome Covid-19 sulle aspettative di vita, in una serie di diversi scenari e differenti tassi di prevalenza”, ha spiegato Gauiilaum Marois, che ha condotto lo studio, come riporta l’Ansa. “In ogni modo anche nelle regioni più colpite, l’aspettativa di vita di certo si riprenderà a pandemia conclusa“.
In Europa 20 anni di cambiamenti e progresso hanno portato l’aspettativa di vita media alla nascita dai 72,8 anni del 1990 ai 78,6 del 2019. A causa del coronavirus, in uno scenario particolarmente grave, si potrebbe tornare oltre il valore iniziale.
Difficile fare stime sui singoli Paesi, come sottolinea Marois, “perché non sappiamo realmente quale sia attualmente e quale sarà il tasso di prevalenza reale per quella popolazione”.
Inoltre, riporta l’Ansa, questo indicatore può variare a seconda della regione e del singolo territorio. Se l’aspettativa di vita media a livello nazionale non dovesse cambiare considerevolemente, si potrebbe rilevare comunque una variazione significativa in alte zone di prevalenza del virus, come il Nord Italia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme in Europa, dove i contagi giornalieri hanno superato i numeri della prima ondata. Restano monitorati speciali Spagna e Francia.