Palermo, l'assassino del Brancaccio si costituisce e confessa: "Contestava la mia storia con la figlia"
Uomo ucciso a colpi di pistola a Palermo, il giallo risolto in poche ore: il killer ha confessato. È il fidanzato della figlia della vittima
Sono bastate poche ore per risolvere l’omicidio di Natale Caravello, ucciso a colpi di pistola ieri sera a Palermo, nel rione di Brancaccio. Il killer si è presentato dai carabinieri e ha confessato il delitto. Si tratta di un giovane di 20 anni, nipote di un boss mafioso, che voleva fidanzarsi con la figlia della vittima e che ha sparato all’uomo perché si opponeva alla relazione.
Omicidio a Brancaccio, ucciso un 47enne
L’omicidio è avvenuto giovedì sera nel quartiere palermitano di Brancaccio. La vittima, riporta l’Ansa, è Natale Caravello, 47 anni. Titolare di un negozio di bombole, ha diversi precedenti penali per furto e rapina. È stato ucciso con due colpi di arma da fuoco alla testa.
Omicidio a Brancaccio, il killer si costituisce e confessa
Sull’omicidio avvenuto a Brancaccio la Squadra mobile della questura di Palermo ha subito avviato le indagini, ma il giallo è stato risolto nel giro di poche ore. Nella notte Alessandro Sammarco, 20 anni, nipote del boss Giuseppe Bronte, si è presentato alla caserma Carini dei carabinieri accompagnato dal suo avvocato, affermando di essere l’autore del delitto.
Il giovane è stato quindi portato al commissariato di polizia dove è stato interrogato dagli agenti della mobile. Sammarco ha confessato l’omicidio di Natale Caravello e raccontato quanto avvenuto ieri sera in via Matera.
Omicidio a Brancaccio, il killer: “Contestava la mia storia con la figlia”
Interrogato dal sostituto procuratore Gianluca De Leo, il 20enne ha raccontato di avere sparato a Natale Caravello perché si opponeva alla relazione con la figlia. Secondo quanto ricostruito, la storia andava avanti da circa un anno, i genitori della ragazza si opponevano alla relazione con il figlio del boss.
Stando al racconto del giovane, lui e Caravello si sarebbero incontrati per caso e sarebbe quindi nata l’ennesima lite tra i due. Sammarco avrebbe estratto la pistola e sparato al padre della fidanzata, due colpi alla testa.
La versione del 20enne è ora al vaglio degli inquirenti. Le modalità del delitto infatti fanno pensare più ad una esecuzione premeditata che ad un omicidio in seguito ad una lite. Il killer era armato ed ha affrontato il 47enne in una strada isolata, lontano da occhi indiscreti.
Il sostituto procuratore ha disposto il fermo di Sammarco, che è stato poi portato al carcere di Pagliarelli.