Paesi baltici rompono con Putin e la Russia per l'energia, il piano con l'operazione Baltic Synchro
A febbraio Estonia, Lettonia e Lituania diranno addio alla Russia di Putin entrando a far parte del sistema elettrico europeo
I Paesi baltici dicono addio alla Russia di Vladimir Putin. A febbraio Estonia, Lettonia e Lituania entreranno a far parte del sistema elettrico europeo, ponendo fine alla dipendenza energetica da Mosca. Un passo storico per i tre Paesi ex sovietici, accelerato rispetto ai tempi previsti dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
- Paesi baltici rompono con la Russia per l'energia
- L'operazione Baltic Synchro
- Le tensioni con la Russia nel Baltico
Paesi baltici rompono con la Russia per l’energia
La data da cerchiare col rosso nel calendario è l’8 febbraio 2025: da quel giorno Estonia, Lettonia e Lituania entreranno a far parte del sistema elettrico europeo, attraverso i collegamenti con la Polonia e la Finlandia.
Un momento storico, che segnerà la fine della dipendenza dei Paesi baltici dalla Russia nel campo dell’energia e una maggiore integrazione nell’Unione Europea.
La petroliera russa sequestrata dalla Finlandia
I tre stati baltici erano infatti gli ultimi Paesi membri della Ue ancora sincronizzati con il sistema elettrico di Russia e Bielorussia.
L’operazione Baltic Synchro
La transizione dal sistema sovietico a quello europeo ha un nome, operazione Baltic Synchro.
Un progetto iniziato molti anni fa e che ha richiesto notevoli investimenti per realizzare nuove infrastrutture e adeguare quelle esistenti al sistema europeo.
Un progetto divenuto realtà con gli accordi firmati nel 2018 tra Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Commissione Ue e con la road map stilata nel 2019.
L’Unione europea ha finanziato la transizione con oltre un miliardo di euro di fondi.
L’addio alla Russia, inizialmente previsto per la fine del 2025, è stato poi anticipato a febbraio.
Le tensioni con la Russia nel Baltico
Nonostante le tensioni politiche, i paesi Baltici hanno forti legami economici con la Russia, dal commercio all’energia.
L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato le carte in tavola, rendendo chiara ed esplicita, se ancora ci fosse bisogno, la politica imperialista di Vladimir Putin. Portando a una accelerazione dell’integrazione dei tre Paesi con il mercato europeo.
Una situazione che ha portato a notevoli tensioni nel Mar Baltico. Prima di Natale c’è stato il sabotaggio del cavo sottomarino Estlink 2, che trasporta energia elettrica dalla Finlandia all’Estonia. C’è il forte sospetto che dietro il sabotaggio dell’elettrodotto ci sia proprio la Russia.
Nei giorni scorsi la Finlandia ha fermato e sequestrato una petroliera russa, formalmente battente bandiera delle Isole Cook, sospettata di far parte della “flotta fantasma” russa, usata da Mosca per operazioni di spionaggio e guerra ibrida e per aggirare le sanzioni internazionali.