Pacemaker su una paziente di 106 anni a Ferrara: durante l’intervento ha raccontato un secolo di vita
Aide Borgatti ha 106 anni e ha un nuovo pacemaker, impiantato mentre ripercorreva il ‘900 assieme ai dottori
Un intervento da ricordare quello svoltosi nell’ospedale di Cento, in provincia di Ferrara. Sul lettino, una paziente di 106 anni, cui è stato impiantato un pacemaker in anestesia locale. Durante l’operazione, la paziente Aide Borgatti, lucida e tranquilla, ha intrattenuto l’equipe medica ripercorrendo la sua vita lunga oltre un secolo.
Pacemaker a 106 anni
L’impianto di un pacemaker è un intervento di routine, che di norma non richiede anestesia locale né necessita di un ricovero prolungato.
Una delle più semplici tra le operazioni cardiologiche, ma non se il paziente ha raggiunto l’età record di 106 anni.
“Non è cosa frequente impiantare un pacemaker ad una paziente alla soglia dei 106 anni” ha confermato il professore Biagio Sassone, direttore della Cardiologia dell’ospedale di Cento, in provincia di Ferrara.
Non è frequente, eppure l’operazione alla signora Aide Borgatti, classe 1918, è filata meravigliosamente liscia.
“Aide Borgatti è una signora distinta e in ottima salute se non fosse per un battito cardiaco troppo lento che le provocava qualche disturbo” ha spiegato Sassone, a capo del Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata (DAI) Cardio-toraco-vascolare della provincia di Ferrara.
“L’intervento si è svolto senza complicanze e il giorno successivo la paziente è stata dimessa al proprio domicilio”.
Il racconto di un secolo
In Italia, ogni anno, vengono sottoposti a un primo impianto di pacemaker circa 25.000, di cui 130 proprio all’ospedale di Cento.
Ma nessun’intervento è stato simile a quello della vivace Borgatti: “Della signora Aide – ha raccontato alla stampa locale Sassone – mi ha colpito subito la sua straordinaria lucidità e il perfetto stato mentale. La sua mente vivace e la chiarezza dei suoi pensieri e dei suoi ricordi sono davvero impressionanti”.
Così, il tempo dell’operazione si è trasformato in una lezione di storia italiana: “Durante l’intervento, abbiamo discusso ampiamente della sua vita iniziata nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale. Per me, appassionato di storia italiana del XX secolo, è stato come aprire un libro di storia”.
E potrebbe (non così presto) esserci una continuazione: “Ci siamo salutati con l’augurio di rivederci tra una dozzina d’anni, al momento della sostituzione della batteria del pacemaker” ha concluso il dottore.