Ospedale di Patti, frattura della gamba bloccata col cartone: erano finite le stecche, l'ira del padre
Incredibile quanto accaduto all’ospedale di Patti (Messina), dove la frattura di una gamba è stata bloccata con del cartone, essendo finite le stecche
Ha dell’incredibile quanto accaduto all’ospedale di Patti (Messina), dove una persona che si è presentata con una frattura a una gamba è stata curata in un modo assurdo: essendo finite le stecche, l’osso rotto è stato immobilizzato con del cartone.
- Con la gamba rotta all’ospedale di Patti (Messina)
- La frattura bloccata con il cartone
- Le scuse del governatore
Con la gamba rotta all’ospedale di Patti (Messina)
Nel pomeriggio di martedì 30 luglio, Natalino Natoli, un uomo originario di San Piero Patti, comune della città metropolitana di Messina, ha pubblicato un post, ripreso successivamente dalla pagina “Aretè – Comitato per la tutela dell ‘Ospedale Barone Romeo”, con il quale ha denunciato un fatto incredibile.
“Mi chiedo e chiedo al Presidente Schifani, all Ass. alla Sanità, ai deputati Regionali, se si può uscire dal pronto soccorso di Patti, con un cartone invece delle stecche – ha scritto l’uomo su Facebook – Preciso che i medici non c’entrano niente, fanno solo sacrifici, solo 2 medici al pronto soccorso e mancano le stecche da più di un mese per stabilizzare gli arti”.
Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, dove la sanità è fortemente criticata a causa della vicenda dell’Ospedale di Patti (Messina), dove una frattura a una gamba è stata bloccata con del cartone
L’uomo ha quindi raccontato di aver accompagnato il figlio all’ospedale di Patti a causa di una frattura del perone, a cui sarebbero state però applicate delle stecche di cartone, non essendo disponibili le normali strumentazioni mediche.
La frattura bloccata con il cartone
“Meglio finanziare festini prima delle elezioni Europee, e non la Sanità – ha poi concluso il signor Natoli, che ha poi espresso un desiderio – mi piacerebbe tantissimo regalare il cartone al Presidente o a l’assessore. Se qualche deputato Regionale mi vuole prendere appuntamento le sarei grato.
Un appello al quale ha risposto l’assessore Giovanna Volo, come riportato da Messina Today: “Essendo venuta a conoscenza dai giornali di questi gravi fatti, mi sono attivata immediatamente, in pieno accordo con il presidente Schifani, per accertarne l’origine e verificare l’eventuale mancato rispetto delle procedure previste dai protocolli”.
“Dopo aver sentito i vertici dell’azienda sanitaria di Messina – ha aggiunto l’assessore – ho dato mandato al dipartimento Attività sanitarie dell’assessorato, guidato dal dirigente generale Salvatore Requirez, di procedere con la massima urgenza a un intervento ispettivo. Questo sarà svolto nelle prossime ore e gli esiti mi saranno riferiti al fine di verificare le eventuali responsabilità e adottare i provvedimenti idonei al superamento delle criticità accertate”.
Le scuse del governatore
Anche il governatore Schifani è intervenuto, porgendo le sue scuse al ragazzo e alla sua famiglia: “Ho chiesto all’assessora alla Salute, Giovanna Volo, di avviare immediatamente una ispezione per risalire ai responsabili di questa incredibile vicenda, è inaccettabile. Chi ha sbagliato deve pagare”.
“Ho parlato col genitore del ragazzo, ho chiesto scusa a nome della Regione siciliana. Non ce l’ho con i medici, so bene che sono di frontiera e lavorano in condizioni a volte molto complicate – ha chiarito il governatore – Ma sarò implacabile con i responsabili non appena avrò l’esito dell’ispezione che ho disposto.
Contro Schifani si è però espresso il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca: “Davanti alle parole imbarazzanti di quest’oggi di Renato Schifani non possiamo tacere. Non bastano le scuse, ma servono i fatti che chiediamo da mesi. Il governo siciliano e quello nazionale targato Meloni stanno portando il Paese verso il baratro. Dove sono le risorse per la sanità pubblica?”.