Orlandi, esaminati i resti nel cimitero Teutonico: cosa è emerso
I resti nel cimitero Teutonico di Città del Vaticano non sono compatibili con Emanuela Orlandi
Non c’è ancora l’attesa svolta sul caso Emanuela Orlandi: l’analisi sui resti nel cimitero Teutonico di Città del Vaticano, richiesta dalla famiglia della ragazza scomparsa nel nulla a Roma il 22 giugno 1983, ha rivelato che gli stessi non sono compatibili. Nessuno dei 60 campioni analizzati, infatti, è successivo al 1955.
Le analisi di datazione al radiocarbonio sono state effettuate al Cedad, il Centro di Fisica applicata, datazione e diagnostica del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio de Giorgi” dell’Università del Salento.
Caso Orlandi: cosa dicono gli esperti
Il professor Gianluca Quarta, docente di Fisica applicata all’Università del Salento ha spiegato all”Agi’: “Le analisi avevano lo scopo di determinare la compatibilità dei resti con la ragazza scomparsa il 22 giugno del 1983”.
Poi ha aggiunto: “Complessivamente, sono stati selezionati e analizzati circa 60 campioni. Nei laboratori chimici del Cedad è stato estratto il collagene osseo, la frazione più adatta per la datazione al radiocarbonio”.
Il professor Lucio Calcagnile, fondatore e direttore del Cedad, ha detto: “Nessuno dei campioni analizzati è risultato successivo al 1955, come ci si sarebbe aspettato per i resti di un individuo nato alla fine degli anni Sessanta. Lo studio sistematico effettuato ha stabilito che i campioni si collocano prevalentemente tra il XVI e il XVII secolo, ma anche in epoca successiva, e comunque certamente precedente al 1955”.
Poi ha spiegato: “Nessun campione è risultato sulla curva del Bomb Peak che usiamo solitamente al Cedad per risolvere casi di interesse forense per l’identificazione di individui vissuti dopo la Seconda guerra mondiale. Il Bomb Peak è presente in tutti i materiali biologici che, in seguito ai test nucleari effettuati durante il periodo della guerra fredda, hanno immesso nell’atmosfera grandi quantità di neutroni che hanno modificato la concentrazione di radiocarbonio notevolmente, con picco massimo di radiocarbonio attorno al 1963”.