Operazione anti 'Ndrangheta, Cesa tra gli indagati: la reazione
Vasta operazione anti 'ndrangheta in tutta Italia, indagato anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Le sue parole
All’alba è scattata una vasta operazione contro la ‘ndrangheta su tutto il territorio nazionale coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro e condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia. Tra gli indagati c’é anche il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa. Ne dà notizia l’Ansa.
L’abitazione romana del parlamentare, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata perquisita dalle forze dell’ordine su disposizione della procura del capoluogo calabrese.
“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura”, ha dichiarato all’Ansa Lorenzo Cesa.
“E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese – ha aggiunto – rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”.
‘Ndragheta, blitz della Dia
Tredici persone sono state arrestate e portate in carcere e 35 ai domiciliari nel corso dell’operazione “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro e scattata all’alba.
Tra gli arrestati, secondo quanto si è appreso, vi sono molto “molti” colletti bianchi di Catanzaro e provincia. L’operazione condotta da personale della Dia, congiuntamente con quello della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, coinvolge i maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonché imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi, secondo l’accusa, con le organizzazioni criminali.
La movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro è stata accertata nel corso dell’indagine “Basso profilo” contro la ndrangheta che stamani ha portato a numerosi arresti. Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali per un valore che è stato definito “ingente”.