Operaio Claudio Togni disperso nell'Adda davanti ai colleghi, ricerche e ipotesi sul moschettone sganciato
In corso le ricerche di Claudio Togni, operaio caduto nel fiume Adda, e avviate le indagini interne sulle cause dell'incidente
Proseguono le ricerche di Claudio Togni, l’operaio caduto nel fiume Adda venerdì 28 e disperso. I sommozzatori e i soccorsi hanno continuato a controllare le acque, anche se le speranze sono ridotte. E intanto sull’incidente avvenuto durante la chiusura dello sbarramento della diga Concesa Adda è stata aperta un’indagine interna, con l’ipotesi di un moschettone sganciato ad aver provocato il dramma.
Claudio Togni disperso nell’Adda
Sono ore di apprensione attorno alle sorti del 59enne Claudio Togni, l’operaio che stava lavorando allo sbarramento della diga Concesa e caduto nell’Adda. L’uomo, considerato un tecnico esperto, è stato inghiottito dalle acque del fiume sotto gli occhi dei colleghi.
Mentre stava lavorando, infatti, Togni è stato visto cadere in acqua e nel giro di poco scomparire. Nessuno dei colleghi ha fatto in tempo ad aiutarlo, con l’uomo che è stato trascinato via.
Sommozzatori al lavoro sul fiume Adda per le ricerche dell’operaio
Immediate le chiamate ai soccorsi, con i sommozzatori arrivati sul posto per avviare i lavori di ricerca del caso che ancora non hanno dato frutti.
Indagine sull’incidente sull’Adda
Intanto, mentre le ricerche proseguono, i funzionari dell’Ats di Milano hanno avviato le simulazioni per cercare di comprendere cosa sia successo e come mai Togni sia caduto nel fiume.
Il 59enne, infatti, era dotato di casco e imbracatura di sicurezza, con i moschettoni che sarebbero stati sganciati e riagganciati alle funi di sicurezza nei vari punti della passerella che sovrasta lo sbarramento.
Forse proprio in uno dei passaggi tra sgancio e riaggancio l’operaio potrebbe aver perso la presa, cadendo in acqua.
I colleghi si sono resi conto quando era già in acqua. È scivolato a nord dello sbarramento e, nonostante le grate, è riuscito ad attraversarlo trascinato dalla corrente fortissima
Le ricerche dei sommozzatori
Per il momento i vigili del fuoco di Milano e Bergamo, insieme al gruppo dei sommozzatori di Treviglio, hanno potuto battere il fiume solo in superficie con i gommoni.
Lo hanno fatto per chilometri, anche con i droni e con l’elicottero. Dopo lo stop della notte, i soccorsi hanno ripreso i loro lavori nella mattina di sabato 29 giugno. Ma secondo quanto trapela la triste consapevolezza è che le speranze sono ridotte al minimo.