Open Arms, Salvini al Papeete dopo il voto in Senato
Matteo Salvini andrà a processo per il caso Open Arms: dopo il voto in Senato, il leader della Lega è andato al Papeete Beach di Milano Marittima
Bagno in mare per Matteo Salvini, arrivato a Milano Marittima (Ravenna) nel tardo pomeriggio del giorno in cui il Senato ha autorizzato il processo all’ex ministro la vicenda Open Arms. Dopo essere salito in hotel, dribblando i giornalisti e i fotografi in attesa di lui, il leader della Lega è andato nella spiaggia del Papeete Beach e si è tuffato, quasi al tramonto. Lo rende noto l’Ansa.
“Scusate, questo non è il momento delle foto né delle dichiarazioni, non sono dell’umore giusto”, ha detto Salvini ai fotografi, finito il bagno fatto insieme al figlio e ad alcuni amici.
Domani mattina è in programma alle 11 una conferenza stampa per presentare la festa della Lega Romagna, e Salvini sarà presente.
Caso Open Arms, cosa è successo in Senato
Il Senato ha deciso sul caso Open Arms: Salvini andrà a processo. I favorevoli all’autorizzazione sono stati 149, i contrari 141.
La vicenda riguarda il blocco allo sbarco della nave della ong spagnola che lo scorso agosto rimase per 19 giorni davanti alle coste siciliane con 160 migranti a bordo.
L’ex ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona plurimo aggravato e rifiuto di atti di ufficio.
La reazione di Salvini dopo il voto
Dopo il voto di Palazzo Madama, come riporta Ansa, Salvini ha dichiarato: “Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso”.
“Mi tengo stretto l’articolo 52 della Costituzione (la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: ‘Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra’. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori”.