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Omicidio Thomas Luciani a Pescara, il fratello di uno degli accusati: "Gli vorrò sempre bene, ma deve pagare"

Parla il fratello di uno dei due giovani accusati per l'omicidio di Thomas Luciani a Pescara: "Gli voglio bene, ma deve pagare"

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Ha sostenuto l’esame di maturità con un dolore più grande di lui che gli divorava lo stomaco, ora è pronto ad assumere ogni responsabilità nei confronti del fratello: perché ora, quest’ultimo, è accusato di essere uno dei due assassini di Thomas Luciani, il 17enne ucciso a Pescara domenica 23 giugno a coltellate. Sua madre è avvocato e insegnante, ma oggi non trova le parole per descrivere l’orrore in cui l’intera famiglia è precipitata dopo la tragedia.

“Mio fratello deve pagare”

Ascoltato dal ‘Messaggero’, il fratello del 16enne accusato di aver inferto il maggior numero di coltellate a Thomas – 15, secondo gli inquirenti, contro le 10 inferte dal presunto complice – trattiene a stento le lacrime.

“La notte scorsa ho sognato mio fratello abbracciato a Thomas”, dice durante l’intervista, e coglie l’occasione per sottolineare che il suo congiunto “non è come lo descrivono, non è un violento“.

thomas luciani omicidio pescaraFonte foto: ANSA
Thomas Luciani, parla il fratello di uno dei ragazzi accusati dell’omicidio di Pescara: “Non è come lo descrivono, non un violento, ma deve pagare”

Il 18enne dice di aver “pianto per Thomas” e che a lui e alla famiglia “dispiace innanzitutto per lui”. Per quanto riguarda le accuse contro il fratello, dice: “Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare“, senza negare il legame affettivo, ma che non può offuscare la sete di giustizia.

“Se dovesse esser provata la sua responsabilità, ha bisogno di fare quegli anni negli istituti dove può essere aiutato“. Cosa intende? Dopo la tragedia e l’identificazione dei presunti responsabili, è venuto fuori che suo fratello sarebbe stato in cura presso uno psicologo per un crollo emotivo dovuto all’isolamento del periodo pandemico. Nel 2021, a soli 13 anni, avrebbe tentato il suicidio gettandosi in mare.

I due minorenni restano in carcere

‘Adnkronos’ scrive che i due giovanissimi accusati di aver cagionato la morte di Thomas Luciani domenica 23 giugno a Pescara, resteranno nelle carceri minorili de L’Aquila e di Roma.

La motivazione arriva dalla Procura dei Minori de L’Aquila, secondo la quale “sussiste concretamente il pericolo di fuga e di sottrarsi alle responsabilità derivanti dall’averlo commesso”.

L’omicidio di Thomas Luciani a Pescara

Thomas Luciani è stato ucciso intorno alle 18 a Pescara, al parco Baden Powell, sotto gli occhi di un gruppo di testimoni. I due accusati lo avevano raggiunto per regolare dei conti legati alle sostanze stupefacenti, ma non c’è stato alcuno scambio: Thomas è stato ucciso a coltellate, 25 in totale, sotto gli occhi di altri giovanissimi presenti durante l’aggressione.

A dare l’allarme è stato uno della compagnia, figlio di un carabiniere, che ha dato l’allarme dopo che il 17enne è stato abbandonato sull’erba privo di vita. Il testimone ha raccontato che mentre Thomas rantolava, i suoi aguzzini gli gridavano: “Stai zitto”. Sarebbe stato proprio il giovane testimone a guidare gli inquirenti fino al punto in cui giaceva senza vita il corpo della vittima. Meno di 24 ore dopo i presunti autori del massacro sono stati identificati e fermati.

omicidio-thomas-luciani-pescara Fonte foto: ANSA
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