Omicidio Rimini, autopsia di Cristina Peroni: emergono dettagli agghiaccianti, così è stata uccisa la donna
I risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Cristina Peroni, la madre 32enne uccisa a coltellate e a colpi di mattarello
Cristina Peroni, 32 anni, vittima del femminicidio consumatosi sabato scorso in via Rastelli, a Bellariva di Rimini, è stata ammazzata con una cinquantina di coltellate e 17 colpi di mattarello: è ciò che emerge dall’autopsia disposta dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Luca Bertuzzi, e affidata alla dottoressa Loredana Buscemi, specialista in medicina legale degli ’Ospedali Riuniti’ di Ancona.
- Omicidio Rimini, così è stata perpetrata la brutale e atroce aggressione
- Il rapporto tra Simone e Cristina segnato da "una escalation di violenza"
- L'interrogatorio dell'accusato
Omicidio Rimini, così è stata perpetrata la brutale e atroce aggressione
Una cinquantina di coltellate sono state inferte al capo, al collo e alle braccia, inclusa quella che ha tranciato la carotide della donna. La furia omicida di Simone Benedetto Vultaggio, 47 anni, accusato dell’omicidio della compagna, si è scatenata partorendo cinquanta fendenti messi a segno con un coltello da filetto, a cui si aggiungono i 17 colpi di mattarello con cui, secondo le indagini, avrebbe avuto inizio la brutale aggressione.
L’atroce delitto sarebbe avvenuto dopo l’ennesima litigata di coppia. Nelle scorse ore il gip Raffaella Ceccarelli ha convalidato l’arresto dell’uomo, che ora si trova in carcere ai ‘Casetti’, dopo l’interrogatorio di garanzia effettuato lungo la giornata di martedì.
Nella sua ordinanza, il giudice parla di “efferatezza” e di “estrema crudeltà” nel perpetrare l’omicidio.
Il coltello con la quale è stata uccisa Cristina è stato rinvenuto ancora sporco di sangue nel lavandino della cucina. A trovarlo sono stati gli agenti della Squadra mobile, accorsi sul posto dopo essere stati allertati dai vicini di casa.
Il rapporto tra Simone e Cristina segnato da “una escalation di violenza”
Il rapporto tra Simone e Cristina, sarebbe stato segnato da “una escalation di violenza” che ha raggiunto il suo apice nell’omicidio di via Rastelli e che trova origine di “un atteggiamento prevaricatore” da parte dell’uomo. Vultaggio, stando a quanto appreso da chi indaga al caso, aveva già aggredito, verbalmente e forse anche fisicamente, la compagna.
L’interrogatorio dell’accusato
Il 47enne, nell’interrogatorio, ha ribadito in più frangenti che la storia con Cristina era diventata alquanto problematica. Le liti, ha raccontato, erano frequenti. E infatti la donna sembrava pronta a chiudere la relazione, portando con sé il figlio di cinque mesi.
Una scelta, quest’ultima, che non sarebbe stata digerita da Vultaggio il quale ha dichiarato innanzi agli inquirenti di non ricordare niente del momento in cui è stato perpetrato l’omicidio. Un’amnesia che, a detta dello stesso accusato, sarebbe frutto dell’assunzione di farmaci per curare l’insonnia.