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Omicidio Mario Bozzoli, ergastolo confermato per il nipote Giacomo ma lui non si trova: ricercato

Giacomo Bozzoli risulta ricercato dai carabinieri dopo la conferma dell'ergastolo per l'omicidio e la distruzione del cadavere dello zio Mario, nel 2015

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Quando i carabinieri hanno bussato alla porta di casa sua, per eseguire la condanna all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, non ha risposto nessuno. È ricercato dalle forze dell’ordine Giacomo Bozzoli, il 39enne bresciano nipote dell’imprenditore ucciso nel 2015, per il quale la Cassazione ha confermato il carcere a vita.

La conferma dell’ergastolo

Nella giornata di lunedì 1 luglio, i giudici della Suprema Corte hanno ribadito quanto stabilito dalla Corte d’Assise di Brescia e confermato in appello, la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli per l’omicidio dello zio Mario, scomparso l’8 ottobre 2015, e la distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno, in provincia di Brescia.

La Cassazione ha rigettato il ricorso sulla violazione di legge nella “doppia conforme” e su vizi di motivazione presentato dalla difesa, respingendo gli 11 motivi nelle 145 pagine presentate dai legali del 39enne.

giacomo-bozzoli-ricercato-omicidio-ergastoloFonte foto: ANSA

Giacomo Bozzoli durante la sentenza di condanna in primo grado della Corte d’Assise di Brescia

“Pur essendo a nostro giudizio evidente che Giacomo Bozzoli sia innocente, non possiamo non rilevare che le sentenze” in assise e assise d’appello “siano fondate sull’inosservanza di norme processuali previste a pena di inutilizzabilità assoluta e che comportano pertanto la nullità di tali sentenze” aveva scritto l’avvocato Luigi Frattini.

L’accusa

Secondo il procuratore generale Assunta Cocomello, Mario Bozzoli è sicuramente morto ed è morto all’interno della sua azienda, “le piste alternative sono accreditabili solo nel campo della magia”.

“Le lunghe indagini non sono stata un’ostinata ricerca di un colpevole, ma un’ostinata ricerca delle prove che a quel colpevole hanno portato” ha aggiunto il pg.

Come affermato dall’accusa, ad uccidere l’imprenditore sarebbe stato Giacomo Bozzoli, con la collaborazione degli operai Beppe Ghirardini e Oscar Maggi, spinto dall’odio “ostinato e incontenibile” verso lo zio, secondo quanto scritto dai giudici bresciani, “colpevole a suo avviso sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali”.

Ricercato Giacomo Bozzoli

Poche ore dopo la pronuncia della sentenza definitiva, il 39enne bresciano, che nel corso di questi nove anni è sempre rimasto in libertà, è risultato irreperibile. Nell’udienza di Roma non era presente e all’arrivo dei carabinieri nella sua casa sulla sponda bresciana del Lago di Garda, lui non c’era.

Ad ascoltare la sentenza della Cassazione era in aula il padre Adelio, che ha sempre partecipato alle udienze di primo e secondo grado sostenendo l’innocenza del figlio, il quale aveva affermato che il 39enne era in attesa nella sua abitazione sul lago di Garda. I militari dell’Arma hanno fatto scattare le ricerche andate avanti tutta la notte, finora senza esito.

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