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Omicidio Franco Bernardo Bergamin a Limena, Alessio Battaglia gli ha spezzato il collo: "Ucciso con ferocia"

Alessio Battaglia avrebbe ucciso Franco Bernardo Bergamin a mani nude e con ferocia, fino a spezzargli l'osso del collo. Ora è accusato di omicidio

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Franco Bernardo Bergamin è stato ucciso con ferocia. Lo stabilisce l’autopsia condotta dal medico legale Antonello Cirnelli sul corpo dell’80enne rinvenuto dentro un armadio della sua abitazione a Limena (Padova). L’assassino reo confesso, Alessio Battaglia, lo avrebbe ucciso a mani nude fino a spezzargli l’osso del collo.

Franco Bernardo Bergamin ucciso con ferocia

“L’assassino gli ha spezzato l’osso del collo”. È quanto emerge dall’autopsia effettuata dal dottor Antonello Cirnelli sul cadavere di Franco Bernardo Bergamin, l’80enne rinvenuto privo di vita nel suo appartamento a Limena (Padova) il 5 marzo.

Secondo il medico legale Bergamin sarebbe stato ucciso con particolare ferocia. L’esame si è protratto per tutta la notte tra il 6 e il 7 marzo e gli esiti hanno confermato la brutalità dell’assassinio.

omicidio Franco Bernardo Bergamin Limena Alessio BattagliaFonte foto: ANSA
Gli inquirenti di fronte all’appartamento di Franco Bernardo Bergamin, l’80enne rinvenuto cadavere dentro l’armadio del suo appartamento a Limena (Padova). Per l’omicidio è stato arrestato il coinquilino Alessio Battaglia

Per l’omicidio dell’anziano è stato fermato Alessio Battaglia, 41 anni, coinquilino della vittima. Gli inquirenti sono al lavoro per individuare il movente del delitto.

Secondo le prime indiscrezioni l’aggressione mortale sarebbe scattata durante una lite furibonda. Il cadavere di Franco Bernardo Bergamin era nudo e avvolto in due sacchi per l’immondizia con due fascette strette intorno alle caviglie.

L’omicidio

Come già detto, il movente dell’omicidio è ancora oggetto di accertamenti. Secondo TodayPadova Oggi il delitto si sarebbe consumato verso la fine di febbraio, più precisamente il giorno 22. Franco Bernardo Bergamin era un ex metalmeccanico in pensione con difficoltà deambulatorie. Per questo motivo da tempo ospitava gratuitamente in casa Alessio Battaglia il quale, in cambio dell’ospitalità, lo aiutava nelle consuete mansioni per il mantenimento della casa.

Il 22 febbraio sarebbe scoppiata una lite degenerata nell’omicidio dell’anziano. Secondo la confessione di Battaglia, incrociata con gli elementi raccolti dagli inquirenti, il corpo di Franco Bernardo Bergamin sarebbe stato chiuso in due sacchi di plastica sigillati con del nastro adesivo e le caviglie immobilizzate con delle fascette.

A dare l’allarme sarebbero stati alcuni parenti e vicini della vittima. I vigili del fuoco avevano trovato l’abitazione apparentemente in ordine ad esclusione di un odore nauseabondo tamponato, in modo maldestro, da boccette di profumo distribuite per tutta la casa. Quindi gli operatori avevano rinvenuto il corpo di Bergamin in stato di putrefazione.

L’arresto e la confessione di Alessio Battaglia

Dopo l’omicidio Alessio Battaglia aveva trovato rifugio a Monfalcone, in provincia di Gorizia, nell’abitazione di un’amica. Nel frattempo aveva continuato ad usare i social: ad un’amica che gli chiedeva dove si trovasse aveva risposto, il 4 marzo, di essere “a Trieste”.

Un dettaglio che aveva aiutato gli inquirenti a seguire la pista della fuga e a trovare una direzione per rintracciarlo. Fino al 6 marzo, quando – secondo una nota del procuratore capo di Padova Antonangelo Racanelli riportata da Today – i carabinieri si sono appostati nei pressi dell’abitazione dell’amica di Battaglia per 24 ore per poi arrestarlo quando era scattato il blitz.

Durante l’interrogatorio davanti ai pm Alessio Battaglia avrebbe confessato l’omicidio. Il 41enne è stato poi trasferito presso il carcere di Padova per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

omicidio-franco-bernardo-bergamin-limena-alessio-battaglia-2 Fonte foto: Facebook Alessio Battaglia / ANSA
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