Omicidio Francesca Deidda, il marito Igor Sollai scrive una lettera dal carcere: l'appello al cognato
Il marito di Francesca Deidda scrive al cognato Andrea: "Il nostro rapporto era in crisi". Cosa ha scritto Igor Sollai
Igor Sollai, in carcere per la morte della moglie Francesca Deidda, ha scritto una lettera al cognato Andrea, fratello della vittima. Mentre scriviamo il trasportatore 43enne si trova nell’istituto penitenziario di Uta con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Nella missiva, Sollai non solo racconta il suo rapporto con la moglie, ma chiede al cognato un incontro. Francesca Deidda, 42 anni, era scomparsa il 10 maggio da San Sperate. Il suo corpo era stato ritrovato dentro un borsone da calcio il 19 luglio.
- La lettera di Igor Sollai al cognato
- "Tra noi qualcosa si era rotto"
- Gli ultimi aggiornamenti sull'omicidio di Francesca Deidda
La lettera di Igor Sollai al cognato
Igor Sollai ha dedicato al cognato Andrea Deidda ben due pagine scritte con una biro blu in stampatello. La missiva è stata compilata il 19 settembre ed è stata resa nota dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba su richiesta del loro assistito. Lo riporta Agi.
Nel documento Sollai si esprime in merito alla sua posizione nell’omicidio della moglie, sul quale si dichiara innocente, ma fa anche chiarezza sul ruolo di una presunta amante di Assemini di cui si era parlato in alcune fasi delle ricerche.
Gli investigatori nell’abitazione in cui Igor Sollai potrebbe aver ucciso la moglie Francesca Deidda. L’uomo ha scritto una lettera al cognato, fratello della donna
“Caro Andrea, ti scrivo in quanto sento il bisogno di parlarti e dirti alcune cose che in un colloquio probabilmente non troverebbero ‘spazio tempo tranquillità'”, scrive Sollai. Il 43enne ricorda al cognato le ripetute richieste di incontrarsi prima dell’arresto, ma Andrea Deidda avrebbe sempre respinto ogni proposta, anche di ricerca congiunta.
Quindi, Sollai parla del suo rapporto con la moglie: “Devi sapere che eravamo in un momento di crisi da un anno e mezzo”, ma non per la presenza di una terza persona. “Di fatto non c’è mai stata nessuna amante o relazione nascosta”.
“Tra noi qualcosa si era rotto”
La lettera di Sollai continua con una digressione sulla presunta crisi coniugale tra lui e la moglie: “Entrambi avevamo capito già da parecchio che a lungo andare tra noi qualcosa si era rotto, rimanendo comunque un forte legame affettivo ma non più d’amore”.
Secondo l’autotrasportatore, insieme avrebbero tentato più volte di salvare il matrimonio “da persone adulte tranquille e calme”. Quindi, uno sguardo ai prossimi sviluppi: “Sono convinto che nei prossimi mesi tante cose verranno chiarite, cose che oggi sembrano difficili da capire”.
Infine, ricorda il giorno del ritrovamento: “Abbiamo provato lo stesso sentimento di sconforto, smarrimento e sofferenza”, dice al cognato Andrea. In conclusione, Sollai ribadisce ad Andrea Deidda il desiderio di incontrarlo per “riprendere quel bellissimo rapporto che avevamo”. Va fatto notare che nella sua missiva, il 43enne non grida alla sua innocenza, piuttosto insiste nel chiedere un colloquio con il cognato.
L’avvocato di Andrea Deidda, Francesco Piscitelli, ha riferito all’Agi di non aver ancora avuto modo di parlare con il suo assistito della lettera di Igor Sollai.
Gli ultimi aggiornamenti sull’omicidio di Francesca Deidda
Gli inquirenti, coordinati dal pm Marco Cocco, sono ancora alla ricerca dell’arma del delitto. Nello specifico si cerca un oggetto piccolo e contundente, probabilmente un attrezzo da lavoro, con il quale Francesca Deidda potrebbe essere stata colpita alla testa mentre si trovava sul divano, con la testa poggiata sul bracciolo rigido intenta a riposare o forse a guardare la televisione.
Secondo le indagini, la donna non sarebbe stata in grado di difendersi. A peggiorare gli effetti del colpo ricevuto sarebbe stato proprio il bracciolo rigido del divano. Martedì 1° ottobre sono stati condotti nuovi accertamenti sul furgone e sull’auto di Igor Sollai, mentre per mercoledì 2 ottobre sono previsti gli approfondimenti sul materiale informatico sequestrato.
Dopo l’omicidio, Igor Sollai avrebbe tentato di vendere il divano – sul quale sono state rinvenute tracce di sangue – e la Toyota Yaris della donna, consigliando all’acquirente di lavarla accuratamente.