Omicidio Fiorenza Rancilio, il figlio Guido assolto per infermità mentale: l'aveva uccisa con un manubrio
Assolto per vizio totale di mente Guido Pozzolini, accusato dell'omicidio della madre Fiorenza Rancilio nel 2023, uccisa con un manubrio da palestra
Assolto Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, accusato di aver ucciso con un manubrio da palestra la madre Fiorenza nel dicembre 2023. La Corte di Assise di Milano ha stabilito l’infermità mentale per il 36enne, che dovrà trascorrere 10 anni in una residenza Rems.
Assolto Guido Pozzolini Rancilio
I giudici hanno accolto le richieste del pm Ilaria Perinu e della difesa, emettendo una sentenza di assoluzione per vizio totale di mente per l’autore dell’omicidio di Fiorenza Rancilio, ereditiera di una nota famiglia di immobiliaristi.
Sia per l’accusa che per la difesa, il figlio Guido avrebbe commesso il delitto a causa dell’incapacità di intendere e volere dovuta alla “schizofrenia paranoide“, di cui l’uomo soffre da anni.
L’omicidio di Fiorenza Rancilio
Fiorenza Rancilio è stata uccisa a 73 anni nell’abitazione di famiglia in centro a Milano, il 13 dicembre del 2023.
La donna è stata colpita mortalmente con un manubrio per pesi da palestra, ritrovato nella stanza accanto al grande salotto dove è stato scoperto il corpo senza vita, avvolto in un piumone bianco e con una profonda ferita in fronte.
Fonte foto: IPA
Fiorenza Rancilio e il padre Gervaso, in tribunale per la vicenda del sequestro di Augusto
Fiorenza era la figlia di Gervaso Rancilio, costruttore che negli anni ’50 trasformò la propria azienda in un colosso immobiliare europeo.
La famiglia fu al centro di una vicenda di rapimento alla fine degli anni ’70, quando il primogenito Augusto, architetto di 26 anni, fu sequestrato dalla ‘ndrangheta a Cesano Boscone, hinterland di Milano, e poi ucciso in Calabria.
Lo stato mentale del figlio
In aula, il legale rappresentante di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, l’avvocato Francesco Isolabella, ha chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere del suo assistito perché affetto da un “male incurabile, grave e cronico” e “la grande rabbia” dei suoi deliri paranoidei avevano “la mamma come bersaglio“. Tesi confermata dal perito nominato dalla procura, lo psichiatra Ranieri Rossetti.
Il 36enne ha assistito al verdetto in videocollegamento dalla Rems (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere, dove è stato trasferito nel luglio 2024 dopo mesi di piantonamento in ospedale. Per lui i giudici della Corte di Appello di Milano hanno disposto la misura di sicurezza di 10 anni in una residenza sanitaria specifica.
I legali dei familiari hanno revocato la costituzione di parte civile, sottolineando che non vi fosse “nessuna forma di conflittualità” e “tantomeno ragioni di natura economica” da parte degli zii, che avevano fatto richiesta soltanto perché sostenevano, insieme ai consulenti, che la capacità dell’imputato fosse “gravemente scemata, ma non esclusa”.
Nell’arringa, l’avvocato Isolabella ha affermato che “la vittima principale è Guido, che ha soppresso l’unica persona che gli voleva bene, l’unica che per lui rappresentava un punto di riferimento”.
