Omicidio di Stefano Cirillo ucciso con un colpo di pistola a San Pietro di Caridà vicino Reggio Calabria
Omicidio a San Pietro di Caridà, Reggio Calabria. Un giovane di 21 anni, Stefano Cirillo, è morto dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di pistola
C’è stato un omicidio in provincia di Reggio Calabria, a San Pietro di Caridà. È morto un ragazzo di 21 anni, Stefano Cirillo, raggiunto alla testa da un colpo di pistola. I carabinieri sono intervenuti dopo una segnalazione anonima per l’esplosione di alcuni colpi di fuoco e hanno trovato il corpo del giovane, ormai deceduto.
- Omicidio a San Pietro di Caridà, cos'è successo
- La segnalazione e i misteri del delitto
- Chi è Stefano Cirillo, ucciso con un colpo di pistola
Omicidio a San Pietro di Caridà, cos’è successo
Il cadavere di Stefano Cirillo, giovane di 21 anni originario di Cinquefrondi, Reggio Calabria, è stata rinvenuto nella serata di giovedì 14 novembre.
Da accertare i contorni della sua morte. Il ragazzo sarebbe stato colpito alla testa da un proiettile.
I luoghi dell’omicidio
La segnalazione e i misteri del delitto
I carabinieri della compagnia di Gioia Tauro in contrada Monsoreto, nel territorio del comune di San Pietro di Caridà, sono stati avvertiti da una telefonata anonima.
Giunti sul posto non hanno potuto fare altro che accertare la morte del ragazzo. Hanno inoltre compiuto tutti i rilievi del caso sul luogo del ritrovamento del cadavere e fatto partire le indagini.
Serve fare chiarezza ancora sulle cause del decesso che saranno accertate dopo l’esame del medico legale. Movente e responsabile del delitto sono ancora ignoti.
Chi è Stefano Cirillo, ucciso con un colpo di pistola
Stefano Cirillo era noto alle forze dell’ordine: il 21enne in passato era stato denunciato dalla polizia per oltraggio a pubblico ufficiale.
Il suo assassinio potrebbe essere legato ad altri fatti di cronaca avvenuti in zona negli ultimi mesi e, di fatti, Cirillo potrebbe essere stato coinvolto in una faida per il controllo del taglio dei boschi nell’Alta Valle del Mesima. Nel Reggino infatti sono ben tre gli episodi di sangue occorsi in meno di sei mesi.
Nell’aprile scorso, un imprenditore boschivo 24enne, Domenico Oppedisano, era stato ucciso a colpi di lupara nelle campagne del posto, in località Prateria, sempre a San Pietro di Caridà. Ad ucciderlo furono dei killer che gli avevano teso un agguato. Qualche mese dopo, ad agosto, un altro giovane di 20 anni, Pietro Morfei, era scampato a un tentato omicidio dopo essere stato raggiunto da un colpo di fucile caricato a pallettoni, mentre si trovava a bordo della sua auto insieme alla fidanzata.