Omicidio Alex Marangon, rivelazione della madre Sabrina Bosser a Chi l'ha visto: spariti 500 euro dalla borsa
Nuova rivelazione sul caso dell'omicidio Alex Marangon: cosa ha detto la madre Sabrina Bosser nel corso della trasmissione Rai Chi l'ha visto
Si arricchisce di nuovi elementi il caso dell’omicidio Alex Marangon, il barista 25enne deceduto nella notte tra il 29 e il 30 giugno dopo aver preso parte a un rito sciamanico nell’abbazia sconsacrata di Santa Bona a Vidor (Treviso). La madre Sabina Bosser ha fatto una rivelazione a Chi l’ha visto.
- La rivelazione di Sabina Bosser a Chi l'ha visto
- Come è morto Alex Marangon?
- Il sopralluogo all'abbazia
La rivelazione di Sabina Bosser a Chi l’ha visto
Sabina Bosser, la madre di Alex Marangon, il cui corpo è stato trovato in un isolotto del fiume Piave alle Grave di Ciano il 2 luglio, ha raccontato a Chi l’ha visto che dalla borsa del figlio “mancano 500 euro“.
La donna ha aggiunto che non è stata sequestrata dagli inquirenti nel corso del primo sopralluogo avvenuto domenica mattina, 3o giugno.
Il sopralluogo dei carabinieri nell’abbazia di Vidor.
Come è morto Alex Marangon?
Sulla morte di Alex Marangon sono aperte ancora tutte le ipotesi, inclusa la caduta dall’alto che, tuttavia, l’autopsia eseguita dai medici legali Alberto Furlanetto e Antonello Cirnelli, tenderebbe a escludere.
Secondo quanto appreso e riferito dall’agenzia ANSA, per considerare valida l’ipotesi del decesso da precipitazione bisognerebbe spiegare perché la vittima non ha lesioni agli arti superiori, agli arti inferiori e al collo, soprattutto dopo aver urtato la testa in caduta in modo così violento da provocarne lo sfondamento. Ci sarebbe, inoltre, da spiegare perché un corpo che cade da un superficie rialzata, istintivamente non pone le mani in avanti. Sul cadavere di Alex Marangon, infatti, non c’è alcuna lesione sul palmo delle mani e ai polsi.
Per poter ricostruire con più precisione cos’è successo ad Alex Marangon, è fondamentale attendere il risultato delle indagini tossicologiche.
Il sopralluogo all’abbazia
Anche mercoledì i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso e della sezione scientifica hanno effettuato un sopralluogo all’abbazia, con lo stesso procuratore Marco Martani che ha ribadito che “si tratta di un omicidio, non di una caduta. Quel tipo di lesioni alla testa le riscontriamo solitamente solo negli incidenti stradali”.
Al termine delle verifiche, gli investigatori hanno dimostrato un cauto ottimismo, riferito probabilmente alle modalità di ricostruzione del luogo in cui la vittima è stata gettata nel Piave: “Abbiamo fatto un grosso passo avanti“, le loro parole riportate ancora da ANSA.