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CRONACA ESTERA

OceanGate sospende tutte le attività dopo l’incidente del Titan: stop alla vendita dei biglietti

L’annuncio è arrivato venerdì 7 luglio, circa venti giorni dopo la tragedia costata la vita alle cinque persone a bordo del sommergibile Titan

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

L’annuncio ufficiale è arrivato venerdì 7 luglio. OceanGate ha cessato tutte le attività. La società è stata travolta dalle conseguenze del drammatico incidente del sommergibile Titan, e ora ha deciso fermare ogni tipo di attività. In molti si erano chiesti perché, dopo l’incidente, sul sito erano ancora in vendita biglietti.

L’annuncio sul sito di OceanGate

“OceanGate ha sospeso tutte le operazioni esplorative e commerciali”, recita un avviso comparso sul sito della società. Nei prossimi mesi OceanGate dovrà affrontare le probabili cause che saranno intentate dalle famiglie delle vittime dell’incidente del 18 giugno, quando il sommergibile che doveva portare le cinque persone a bordo nei pressi del relitto del Titanic è imploso.

Chi erano le vittime

Nell’incidente è morto anche Stockton Rush, amministratore delegato e co-fondatore di OceanGate. Dopo aver recuperato i rottami del sottomarino, gli esperti sono al lavoro per ricostruire le esatte cause dell’implosione.

A perdere la vita nell’implosione del sottomarino sono stati, oltre a Rush, Hamish Harding, Paul-Henri Nargeolet, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman. Al momento sono stati rinvenuti resti umani nella zona delle ricerche, ma con ogni probabilità i corpi delle vittime non verranno mai recuperati.

In corso le indagini sull’incidente del Titan

Nel frattempo le indagini e gli accertamenti vanno avanti attraverso l’analisi dei detriti ritrovati in mare. l’ipotesi più probabile è che ci sia stato un cedimento strutturale che ha portato a una rottura nello scafo, forse anche a causa della mancanza di test adeguati.

Oltre a quella della Guardia Costiera canadese, è stata aperta anche un’inchiesta da parte della Guardia Costiera americana. Gli investigatori stanno lavorando a stretto contatto con altre autorità investigative nazionali e internazionali, tra cui il Consiglio nazionale per la sicurezza dei trasporti degli Stati Uniti e, appunto, il Consiglio per la sicurezza dei trasporti del Canada.

Il recupero dei detriti del Titan

Si pensa a un difetto non rilevato in fase di test

Scomparso poco dopo l’inizio dell’immersione, il sottomarino Titan è stato cercato per diversi giorni fino al ritrovamento dei detriti che ne hanno attestato l’implosione.

L’obiettivo della missione era raggiungere i 3.800 metri di profondità per permettere agli occupanti di vedere da vicino il relitto del Titanic, adagiato sul fondo del mare al largo delle coste di Terranova, nell’Oceano Atlantico.

Ma nel corso dell’immersione, forse per un difetto di costruzione non rilevato in fase di test, il sommergibile non ha retto alla pressione.

Fonte foto: IPA

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