Dpcm, Conte ha firmato. Dal coprifuoco alle zone rosse: le misure
Firmato il nuovo Dpcm: cosa prevede il testo del decreto sul coprifuoco e gli spostamenti tra Regioni
Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm, che sarà valido a partire da domani 5 novembre. Tra le poche modifiche apportate quelle sui parrucchieri: restano aperti anche nelle zone che rientrano nello scenario 4, a dispetto di quanto previsto nella bozza del pomeriggio.
Il governo ha preso la sua decisione sul coprifuoco e gli spostamenti: il premier Giuseppe Conte, confrontatosi con le Regioni – che in un secondo momento hanno espresso in modo netto e deciso il proprio disappunto su determinati punti della nuova stretta -, ha varato le nuove misure anti coronavirus. Tra le novità principali, il coprifuoco in tutta Italia dalle 22 alle 5, divieto di spostarsi da e per le Regioni a più alto rischio e all’interno delle zone rosse si prospetta un vero e proprio lockdown di 15 giorni. Ecco cosa prevede punto per punto.
Nuovo Dpcm, misure valide dal 5 novembre al 3 dicembre
Nel nuovo Dpcm del governo si legge che “le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020“.
Coprifuoco dalle ore 22 alle 5
Il coprifuoco sarà dalle ore 22.00 alle ore 5.00: “In questo periodo – si legge nella bozza del Dpcm – sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”.
“È in ogni caso fortemente raccomandato – si legge ancora – a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.
Spostamenti tra Regioni vietati da e per quelle a rischio
Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss, quelle caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità, “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”.
Lockdown nelle zone rosse: vietati tutti gli spostamenti
Nelle zone rosse si potrà uscire di casa solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”, nonché per tutti quegli spostamenti “strettamente necessari” ad accompagnare i bambini a scuola.
Il comma 4 dell’articolo 1 ter, alla lettera A, afferma che “è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita” dalle “Regioni o parti di esse” che si trovano nelle zone rosse “nonché all’interno dei medesimi territori”.
Trasporti pubblici, riempimento al 50%
Il nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento“. Ad esclusione, però, del “trasporto scolastico dedicato”.
Regioni, misure valide per 15 giorni
La verifica del minsitero della Salute dei presupposti che pongono una Regione nello scenario 3 (“elevata gravità e livello di rischio alto”) o nello scenario 4 (“massima gravità e livello di rischio alto”) avviene con “frequenza almeno settimanale”. Le ordinanze “sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni e comunque non oltre la data di efficacia del presente decreto”, si legge ancora nel testo.
Scuola, mascherina obbligatoria al banco
La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco. Lo prevede il Dpcm nelle misure che riguardano l’intero territorio nazionale.
Scuola, anche seconda e terza media in Dad nelle zone rosse
Anche per i ragazzi della seconda e terza media, nelle zone rosse sarà in vigore la didattica a distanza. “Ferma la possibilità di svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia – si legge nel Dpcm – e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza”.
In tutte le altre zone, il Dpcm conferma la scuola in presenza per infanzia, elementari e medie e Dad per le superiori.
Negozi, bar e ristoranti chiusi nelle zone a massimo rischio
Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”, si legge nel Dpcm.
Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione, salvo la consegna a domicilio e l’asporto consentito fino alle 22, oltre alle attività sportive. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti.
Resta consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”.
Centri commerciali chiusi nel weekend
“Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati”. Lo si legge nel Dpcm.
Musei, mostre, bingo e casinò saranno chiusi
Il nuovo Dpcm prevede la sospensione delle attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente. Inoltre, chiuderanno le mostre e i musei, così come gli altri istituti e luoghi della cultura.
Smart working ai livelli massimi
È prevista l’adozione della formula smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione che nel settore privato, e ingressi differenziati del personale.
Stop alle crociere
Nel nuovo Dpcm è previsto lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento, in vigore dalla data di adozione del decreto, fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre.
Stop ai concorsi, tranne per personale sanità
È prevista, nel nuovo Dpcm, la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni (…) ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile”.
L’ira delle Regioni sul Dpcm: “Noi esautorati”
“Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome, ponendo in capo al Governo ogni scelta e decisione sulla base delle valutazioni svolte dagli organismi tecnici”. Così si legge nella lettera inviata dal presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Stefano Bonaccini, al premier Conte e ai ministri Speranza e Boccia dopo il confronto sullo schema del nuovo Dpcm.
Secondo le Regioni è “indispensabile instaurare un contraddittorio per l’esame dei dati con i dipartimenti di prevenzione dei servizi sanitari regionali prima della adozione degli elenchi” delle aree a rischio”.
“Non appaiono, infatti, chiare le procedure individuate – si legge ancora nella lettera – e le modalità con le quali sono definite le aree e i territori a più alto livello di rischio e le modalità e le tempistiche con le quali viene declassificato il livello di rischio. A questo percorso di analisi dei dati, le singole Regioni e Province autonome devono poter partecipare, anche in considerazione della ricaduta delle misure sul rispettivo territorio”.
E ancora: “Le Regioni rilevano come la seconda ondata della pandemia stia colpendo in maniera generale tutto il territorio nazionale. Pertanto ribadiscono la richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale”.