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Nuotatrici italiane piene di graffi alle braccia dopo gara nella Senna alle Olimpiadi di Parigi: "Terribile"

Le braccia delle nuotatrici italiane erano ricoperte di graffi dopo la gara nella Senna alle Olimpiadi di Parigi: il motivo è legato alla corrente

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Le nuotatrici italiane Ginevra Taddeucci e Giulia Gabbrielleschi hanno affrontato difficoltà significative durante la gara di 10 km in acque libere alle Olimpiadi di Parigi 2024: una performance che ha lasciato letteralmente il segno, visto che dopo la competizione entrambe hanno riportato graffi evidenti sulle braccia a causa di rovi e cespugli lungo il percorso. Proseguono quindi le polemiche attorno alla decisione di utilizzare il fiume parigino durante i Giochi, fra correnti impetuose, Escherichia coli e batteri vari che stanno complicando e non poco l’esperienza di tanti atleti.

La nuova polemica sulla Senna alle Olimpiadi di Parigi

La conquista del bronzo di Ginevra Taddeucci nella gara di 10 km in acque libere a Parigi 2024 è stata una delle sfide più ardue dell’evento, complicata dai problemi e dai rinvii causati dalla qualità dell’acqua della Senna.

Taddeucci e Giulia Gabbrielleschi (che ha concluso al sesto posto) hanno sul loro corpo i segni di una gara disputata in condizioni molto proibitive. Nuotare nella Senna si è rivelato infatti un’autentica impresa, con la corrente che rendeva quasi impossibile il passaggio.

Giulia Gabbrielleschi nella Senna alle Olimpiadi di Parigi 2024Fonte foto: ANSA

La nuotatrice italiana Giulia Gabbrielleschi nelle acque della Senna alle Olmpiadi di Parigi 2024

Graffi sulle braccia, batteri e corrente: la Senna è un problema

Come risultato finale, entrambe le atlete hanno riportato graffi evidenti sulle braccia. “Ci hanno ordinato di schiacciarci contro il muro, e così ci siamo impigliate nei rovi”, hanno spiegato le nuotatrici.

In pratica, i graffi sono stati causati dal contatto con i muretti e i cespugli lungo l’argine della Senna mentre tentavano di evitare la corrente durante il percorso di 10 km.

Le nuotatrici hanno adottato la tattica di rimanere il più vicino possibile al margine del percorso per mitigare l’intensità della corrente. Questa scelta ha anche penalizzato il pubblico, che ha avuto difficoltà a seguire le atlete a causa della posizione degli spalti lungo il tracciato.

Le dichiarazioni delle nuotatrici italiane sulla Senna

“Anche solo allontanandosi di 20 centimetri, la corrente diventava molto forte”, hanno spiegato le atlete. In effetti, la forza della corrente aumentava ad ogni giro e in alcune sezioni era impossibile avanzare controcorrente.

Inoltre, individuare la giusta posizione durante i giri di boa era complicato, poiché tutte cercavano il passaggio migliore per evitare di essere risucchiate e spostate di centinaia di metri.

“Ho cercato di tenermi quanto più sotto possibile. All’inizio, durante il primo giro, era terribile perché avevamo il sole contro e non si vedeva niente” ha ricordato Gabbrielleschi.

E sul rischio di contrarre infezioni pericolose, le nuotatrici sperano che la profilassi effettuata prima della competizione le abbia messe a riparo da ogni eventualità.

“Abbiamo seguito comunque un protocollo vaccinale prima e dopo quindi speriamo di non stare male. Che sapore aveva l’acqua? Non so, ci avevano detto che era insapore e inodore. Ora sto bene anche se qualche brontolio ce l’ho… speriamo bene. Un altro tuffo nella Senna? No grazie” ha aggiunto Taddeucci.

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