Nuoro, curava pazienti con tumore con ultrasuoni, funghi e terapie alternative: condannata all'ergastolo
Condanna all'ergastolo per la dottoressa 52enne che curava i malati oncologici con ultrasuoni, funghi e terapie alternative
Una dottoressa di Tertenia, in provincia di Nuoro, è stata condannata all’ergastolo per aver offerto terapie alternative ai suoi pazienti affetti da tumore. La donna, che non era presente al momento della lettura della sentenza di condanna da parte della Corte d’Assise di Cagliari, è finita nel mirino della giustizia dopo un servizio trasmesso su “Le Iene” il 19 novembre 2017.
- Ergastolo alla dottoressa delle cure alternative
- Le accuse alla dottoressa
- La perizia sullo stato mentale
Ergastolo alla dottoressa delle cure alternative
“Ergastolo“, è stata questa la parola che ha fatto calare il gelo nell’aula della Corte d’Assise di Cagliari dove si teneva il processo che ha visto imputata la dottoressa Alba Puddu. La 52enne, originaria di Tertenia, era assente al momento della lettura del dispositivo e tutto si sarebbe potuto aspettare eccetto la pena massima.
Solo qualche mese fa, infatti, la pm Giovanna Morra aveva chiesto una condanna a 24 mesi. La Corte si è pronunciata, invece, per l’ergastolo con sei mesi di isolamento diurno.
Le accuse alla dottoressa
Il nome di Alba Puddu è saltato agli onori della cronaca dopo un servizio andato in onda su “Le Iene” nel novembre 2017. La donna, secondo quanto riferito nel corso del programma, era accusata di omicidio volontario (per uno dei tre pazienti deceduti), circonvenzione d’incapace (in tre casi), e truffa nei confronti di due delle parti civili.
A far partire il processo sono stati i familiari di tre pazienti che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Gianfranco Sollai, Marco Spano, Mauro Massa, Stefano Porcu e Rita Dedola. Puddu si era difesa in precedenza negando di aver convinto i suoi pazienti ad abbandonare le cure a cui si stavano sottoponendo per seguire le sue indicazioni terapeutiche, orientate – a suo dire – a migliorarne la qualità della vita, con terapie basate su ultrasuoni e radiofrequenze, metodologie che avrebbero ridotto l’aspettativa di vita dei malati e accelerato la morte.
La procura di Lanusei aveva quindi deciso di aprire l’inchiesta dopo il servizio andato in onda su Italia Uno il 19 novembre 2017, in cui un inviato della trasmissione “Le Iene” si fingeva paziente oncologico bisognoso di cure alternative
La perizia sullo stato mentale
Nell’udienza dello scorso 15 dicembre, la stessa nella quale la pm Giovanna Morra aveva chiesto una condanna 24 mesi, l’avvocato di parte civile Sollai aveva chiesto una perizia psichiatrica dell’imputata. Ma a Puddu, alla quale veniva ipotizzato uno stato di salute mentale che pregiudicasse la sua abilità nell’intendere e volere, è stata negata la perizia da parte della Corte.