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Nordio difende la polizia penitenziaria sul caso Paragon, attacco alla stampa: "Insinuazioni, le pagheranno"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio attacca la stampa sul caso Paragon e difende la polizia penitenziaria. Cosa ha detto in aula

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La polizia penitenziaria non avrebbe mai usato il software Graphite di Paragon per spiare giornalisti e attivisti. Lo sostiene il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time alla Camera dei Deputati, cogliendo l’occasione per attaccare la stampa: “Certa stampa e chi fa insinuazioni non vere, magari ne risponderà“. In aula si è scatenato il caos.

L’attacco di Carlo Nordio alla stampa

Mercoledì 19 febbraio il governo è stato nuovamente invitato a rispondere sul caso Paragon. È successo durante il question time alla Camera dei Deputati, il giorno dopo in cui la maggioranza aveva negato la propria presenza in aula.

Oggi, tuttavia, era presente Carlo Nordio che è stato incalzato dal capogruppo di Italia Viva Davide Faraone. Il ministro, alla domanda sul presunto coinvolgimento della polizia penitenziaria, ha risposto con un attacco alla stampa.

nordio polizia penitenziaria paragonFonte foto: ANSA
Carlo Nordio attacca la stampa sul caso Paragon: “Nessuna persona è mai stata intercettata dalla Polizia penitenziaria. Certa stampa e chi fa insinuazioni non vere, magari ne risponderà”

“Nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024”, tanto meno “dalla Polizia penitenziaria. Certa stampa e chi fa insinuazioni non vere, magari ne risponderà”, ha concluso Nordio.

Immediata è stata la risposta di Faraone: “Siamo nelle mani di nessuno”, ha detto il deputato, che ha ricordato che il giorno prima il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva riferito che “non potevate rispondere perché c’è il segreto di Stato”, invece “un ministro dice una cosa e un altro ministro dice l’opposto”.

Il presunto coinvolgimento della polizia penitenziaria

Perché in aula si è parlato di polizia penitenziaria? La risposta arriva da Fanpage, direttamente coinvolta nel caso Paragon dopo la segnalazione del direttore della testata, Francesco Cancellato.

In un articolo del 18 febbraio Fanpage spiega che la polizia penitenziaria risulta “l’unico corpo dal quale non sono arrivate smentite” ed è l’unico punto sul quale il governo si è pronunciato tramite il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che in aula – sempre secondo Fanpage – avrebbe dato risposte poco esaustive.

Il caso Paragon e il segreto di Stato

Contestualmente alle risposte fornite in aula da Ciriani, il sottosegretario Alfredo Mantovano avrebbe inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana che quest’ultimo avrebbe girato a tutti i deputati interessati.

Nella missiva – che Fanpage scrive di aver potuto visionare – si legge che “sul caso Paragon sono già state date le uniche informazioni pubblicamente divulgabili” in quanto il resto “deve intendersi classificato“, ovvero coperto da segreto di Stato. A questo aspetto è dovuta la replica di Faraone contro Nordio sul fatto che “un ministro dice una cosa e un altro ministro dice l’opposto”.

Le opposizioni, come scrive Rainews, hanno dichiarato che non si fermeranno con le loro domande sul caso. Secondo Elly Schlein il governo Meloni “sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità”.

nordio-polizia-penitenziaria-paragon-2 Fonte foto: ANSA
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