Nord Stream, nuove ipotesi sul sabotaggio: "Fuga di gas dopo l'esplosione di 500 chili di tritolo"
Dall'Inghilterra e dalla Germania puntano il dito contro il Cremlino per le quattro esplosioni nel gasdotto
Il gasdotto Nord Stream tiene i riflettori della cronaca internazionale ben saldi su di sé, con una nuvola di gas metano che sta sorvolando l’Europa dopo le quattro esplosioni degli scorsi giorni. Non si hanno ancora certezze su quanto accaduto nel Mar Baltico, ma prende sempre più piede l’ipotesi che la fuga sia stata dovuta da un sabotaggio premeditato, con tanto di esplosivo piazzato dai robot utilizzati normalmente per la manutenzione dell’impianto.
L’ipotesi dall’Inghilterra
A fornire una nuova pista sulle cause delle quattro esplosioni del Nord Stream, due lato danese e altrettanti dalla sponda svedese, è stato il Guardian. Secondo il tabloid inglese, infatti, il gasdotto sarebbe stato danneggiato dall’esplosione di mezza tonnellata di Tnt che potrebbe essere stata piazzata dai robot di manutenzione.
Il Guardian fa infatti riferimento ad un rapporto congiunto che Danimarca e Svezia hanno consegnato all’Onu nel quale si afferma che le falle negli impianti sono state provocate da esplosioni paragonabili alla potenza di “diverse centinaia di chili di esplosivo”. La linea, evidenzia il giornale, è condivisa anche dalle autorità tedesche.
Le esplosioni, in base ai primi report, sarebbero avvenute ad una profondità compresa tra 70 e 90 metri e tutte le ipotesi fin qui presentate sarebbero state scartate. Infatti l’impiego di mini-sottomarini non appare compatibile con la quantità di esplosivo menzionata dagli esperti, che puntano quindi sull’impiego dei robot solitamente utilizzati per le operazioni di manutenzione degli impianti.
Le accuse alla Russia
Dalla Germania è invece Spiegel a rivelare che l’intelligence tedesca è giunta alla conclusione che sono stati piazzati ordigni ad alto potenziale per creare le quattro falle.
Spiegel ha affermato che già questo fine settimana dei sommozzatori oppure un robot telecomandato potrebbero procedere alla rilevazione dei danni, anche allo scopo di determinare che di tipo di esplosione sottacquea si sia trattato. Se dovesse essere confermata la natura dell’esplosione, quindi, dai quotidiani di Inghilterra e Germania appare chiaro che ci potrebbe essere stato lo zampino della Russia.
Allerta chimica dopo le esplosioni?
Nelle ultime ore, non bastasse l’apprensione per la nuvola di metano che sta arrivando anche verso l’Italia, a far preoccupare sono anche le dichiarazioni dell’Agenzia finlandese per l’ambiente (Syke), secondo cui il bacino danese di Bornholm è la più importante discarica di armi chimiche del Mar Baltico. Infatti le perdite dal gasdotto Nord Stream si trovano in un’area in cui un tempo venivano sotterrate armi chimiche.
Syke, tuttavia, ha assicurato che l’effetto delle perdite di gas sulle armi chimiche dovrebbe essere probabilmente modesto, poiché le armi sepolte si trovano a diversi chilometri di distanza dai punti di perdita.